Mosca, 25 settembre 2025 – Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha visitato il Comitato Investigativo della Federazione Russa a Mosca.

Il Primate della Chiesa Ortodossa Russa è stato accolto presso l’edificio del Comitato Investigativo dal capo del Dipartimento per il lavoro sociale e politico del Comitato Investigativo della Federazione Russa, eroe della Russia, il Maggiore Generale di Giustizia S.V. Petrov, e dal capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, arcivescovo Foma di Odintsovo e Krasnogorsk.

Prima di incontrare lo staff del Comitato Investigativo Sua Santità il Patriarca è stato accolto dal capo dell’agenzia, Aleksandr Ivanovič Bastrykin. Il Presidente del Comitato Investigativo della Federazione Russa ha ringraziato Sua Santità Vladyka per il tempo dedicatogli e la disponibilità a tenere un incontro così significativo per tutto lo staff. Il Capo dell’agenzia e il Primate della Chiesa russa hanno poi visitato il Museo del Comitato Investigativo, che espone reperti dedicati alle attività degli organi investigativi dall’epoca di Pietro il Grande ai giorni nostri. Dopo aver visitato la mostra Sua Santità Vladyka ha elogiato il lavoro dell’agenzia nella tutela della memoria storica e nell’educazione patriottica dei giovani. Durante la visita Sua Santità ha ricevuto spiegazioni da V.A. Lopatin, ricercatore presso l’Accademia di Mosca del Comitato Investigativo della Federazione Russa.

Al termine della visita, Sua Santità il Patriarca Kirill ha lasciato una nota nel libro dei visitatori illustri: «L’indagine è una condizione e uno strumento essenziale per garantire la giustizia nel decidere il destino delle persone arrestate a seguito di determinate azioni da loro commesse. E la parola ‘giustizia’ ha la stessa radice della parola ‘verità’. Auguro sinceramente a tutti i partecipanti alle attività investigative di essere sempre dalla parte della verità. E, naturalmente, forza e coraggio spirituale per proteggere il nostro popolo, garantendone il benessere e la prosperità».

 

 

Sua Santità Vladyka si è poi recato alla sala del cinema e dei concerti del Comitato Investigativo.

Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e il Presidente del Comitato Investigativo della Federazione Russa A.I. Bastrykin, sono saliti sul palco.

All’incontro con il Primate della Chiesa Russa hanno partecipato i dipendenti dell’ufficio centrale, degli organi investigativi territoriali dell’agenzia, i veterani, cadetti e studenti degli istituti scolastici del Comitato Investigativo della Federazione Russa, gli studenti dell’Università Statale Panrussa di Giustizia (RSUJ) e ospiti illustri.

All’incontro erano presenti anche l’arcivescovo Foma di Odintsovo e Krasnogorsk, il segretario personale di Sua Santità il Patriarca Kirill vescovo Aleksij di Ramenskij, il vice presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media V.V. Kipshidze, il clero della Chiesa Ortodossa Russa.

Il Presidente del Comitato Investigativo della Federazione Russa ha espresso gratitudine a Sua Santità per il suo contributo allo sviluppo delle qualità morali ed etiche delle giovani generazioni e al rafforzamento dei valori tradizionali. A.I. Bastrykin ha ringraziato ancora una volta Sua Santità il Patriarca Kirill per aver designato la Chiesa del Grande Martire Nikita nella Vecchia Basmannaya Sloboda, a Mosca, come chiesa principale del Comitato Investigativo della Federazione Russa. Il capo dell’agenzia ha sottolineato che la chiesa è diventata un simbolo di unità spirituale e di obiettivi di bene comune dei suoi dipendenti.

«Esprimo la speranza che il positivo sviluppo della cooperazione tra la Chiesa Ortodossa Russa e le Forze dell’Ordine, in particolare con il Comitato Investigativo della Federazione Russa, continui a dare i suoi frutti nell’instaurazione di una vera giustizia nella nostra società», – ha affermato Sua Santità Vladyka in conclusione.

Durante l’incontro il Primate della Chiesa Russa ha risposto alle domande dei dipendenti del Comitato Investigativo e degli studenti degli istituti scolastici dipartimentali sull’autorità morale, la lotta all’ideologia distruttiva tra gli adolescenti, il rafforzamento della fede, il sostegno spirituale ai propri cari e altri argomenti.

Rispondendo alla domanda su chi fosse stata per lui un’autorità morale in gioventù e lo avesse aiutato a scegliere la strada per il ministero, Sua Santità il Patriarca ha condiviso i ricordi della vita di suo nonno, un confessore che è sopravvissuto a decine di prigioni e campi di prigionia semplicemente perché si batteva per preservare la fede ortodossa.

Prima della rivoluzione, il nonno Vasilij Stepanovič lavorava come macchinista sulla ferrovia di Kazan e guadagnava un lauto stipendio, ma la famiglia viveva in modo molto modesto. «E quando sua nonna, sua moglie, iniziò a informarsi sulla sua situazione, si scoprì che inviava la maggior parte del suo denaro al Monte Athos e ad altri monasteri, – ha raccontato il Primate. -Quindi la famiglia non era ricca, sebbene non fosse indigente».

«Quando il nuovo governo prese il potere in Russia, mio nonno fu imprigionato, – ha continuato Sua Santità Vladyka, – e mia nonna gli disse: “Senti, con chi ci lasci? Sei figli, come li nutrirò?”. E mio nonno rispose: “Soffrirò per il Signore e non cadrà un capello dal vostro capo” (cf. Lc 21,18). E mia nonna raccontò di come prese il grano dall’ultimo sacco e preparò delle focacce finché non vide che il grano stava finendo. “Ho radunato i figli, – disse mia nonna, – ho preparato delle focacce e ho detto: figli, domani non avremo niente da mangiare e dobbiamo prepararci a morire. Quindi mangiamo queste focacce ora, preghiamo e sdraiamoci”. Mio padre ricordava bene questa storia e confermò che era andata proprio così. Si sdraiarono, si addormentarono e all’improvviso bussarono forte alla porta. La nonna balzò in piedi: “Chi è là?”. “Padrona, apra, hanno consegnato la merce”. Aprì in fretta la porta e uscì: non c’era nessuno e accanto a lei c’era un grande sacco contenente grano. Era un miracolo di Dio o semplicemente l’opera di una persona gentile? Ma grazie a questo sacco, il vostro umile servitore vi parla oggi. Perché il Signore opera attraverso le persone».

«Forse Egli sta operando anche attraverso il vostro lavoro, lottando per la verità, per l’instaurazione della giustizia, per l’eliminazione di fenomeni pericolosi nella vita pubblica», – ha aggiunto Sua Santità il Patriarca.

Un altro argomento dell’incontro è stato il sostegno ai partecipanti all’operazione militare speciale. Rispondendo a una delle domande, il Primate ha sottolineato: «Un sacerdote deve essere tra coloro che si preparano ad andare in battaglia, e un sacerdote deve essere dove sono coloro che tornano da questa battaglia, dove è più necessario».

«Molti dei nostri fratelli ecclesiastici sono morti da eroi, senza abbandonare il loro gregge. D’altra parte, non avrebbero potuto agire diversamente, – ha detto Sua Santità il Patriarca. È sempre stato così, prima della rivoluzione e oggi: un sacerdote deve essere con il suo gregge, anche e soprattutto in circostanze in cui la vita stessa è a rischio».

«Pertanto, vorrei sottolineare ancora una volta l’importanza della presenza della Chiesa Ortodossa Russa oggi nei luoghi in cui si sta svolgendo un’operazione militare speciale. E sappiamo e sentiamo quanto questa presenza sia significativa, quanto sia necessaria», – ha concluso Sua Santità Vladyka.

Dopo aver ringraziato Sua Santità il Patriarca per l’interessante conversazione, il Presidente del Comitato Investigativo della Russia gli ha conferito la medaglia dipartimentale «Al Merito» per il suo significativo contributo personale al rafforzamento delle fondamenta spirituali e morali della società russa.

Sua Santità Vladyka ha donato al Comitato Investigativo un’icona del santo principe Aleksandr Nevskij.

«Vorrei presentare a tutto il vostro seguito un’icona del santo principe Aleksandr Nevskij, che nella sua persona ha unito le qualità di una figura politica, di un capo militare e di un santo. Per certi versi, questi ministeri apparentemente incompatibili – essere un santo ed essere un capo militare che guida il suo esercito in battaglia – sono come se fossero su pianeti diversi. Ma in realtà non lo sono! Tutti questi ministeri sono uniti quando l’obiettivo non è peccaminoso o demoniaco, ma giustificato da Dio. La difesa della Patria, sia sul fronte esterno, sia nella lotta contro un nemico esterno, sia nella protezione della popolazione dalla criminalità, è tutta una lotta per la verità. E quindi, credo che l’immagine di Aleksandr Nevskij, un combattente per la verità di Dio e allo stesso tempo uno statista, sia appropriata anche per il vostro dicastero», – ha detto Sua Santità il Patriarca Kirill.

A tutti i presenti sono state donate piccole icone di Cristo Salvatore con la benedizione patriarcale.

Al termine dell’incontro si è tenuta la proiezione del film «Il caso del pastore» per i dipendenti del dipartimento, in occasione del 15° anniversario dell’intronizzazione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.

(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarkhija.ru)