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Agosto '17

Una delegazione di vescovi siriani a Mosca. Kirill: «La sofferenza del popolo di Antiochia è anche nostra»


Nel giorno della memoria di San Sergio, abate di Radonež e taumaturgo di tutta la Rus’, custode dell’anima e dellla cultura russa, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha incontrato nella Laura della Trinità di San Sergio, a Sergiev Posad, la delegazione dei vescovi siriani, che ha preso parte alla Divina Liturgia nella Cattedrale della Dormizione l’8 ottobre 2013.
La delegazione era composta dal vescovo Isacco di Apamea, vicario della diocesi di Damasco (Patriarcato di Antiochia), dall’arcivescovo Iosef di Absi, della Chiesa cattolica greco-melchita, dal vescovo Nalbandian di Armaš, della Chiesa apostolica armena, dall’arcivescovo Mar Siluan Petr Al-Nemeh, della Chiesa siro-ortodossa), e dall’arcivescovo Nassar di Samir, della Chiesa maronita.
Alla riunione hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, arcivescovo Nifon di Filippopoli, il vicepresidente del Dipartimento, arciprete Nikolaj Balashov, il collaboratore del segretariato per le relazioni interortodosse, ieromonaco Stefan (Igumnov).
Rivolgendosi ai membri della delegazione, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto: «So che in Siria, la vostra patria, ci sono grossi problemi. Il Paese è stato distrutto dinanzi agli occhi di tutto il mondo. Qualche tempo fa era difficile immaginare che questo potesse accadere. La Siria era un Paese pacifico, tranquillo, dove si è sviluppata con successo l’economia, in cui vivevano persone di diverse religioni: ortodossi, cattolici e musulmani. Visitando la Siria, dopo più di un decennio, non l’ho riconosciuta - la situazione era cambiata in meglio. Ma per la cattiva volontà di qualcuno è arrivata la catastrofe: in nome della democrazia sono state uccise persone, non c’è più pace, e molti cristiani sono morti a causa delle violenze. Noi sappiamo che coloro che hanno commesso questi crimini terribili hanno ricevuto armi e denaro dall’estero, da coloro che cercano di distruggere la Siria».
Sua Santità ha aggiunto: «Voi, certamente, conoscete la posizione della Chiesa russa, noi l’abbiamo manifestata sin dai primi attacchi avvenuti nel Paese. E quando è iniziata la guerra, sono stato in Siria e Libano per sostenere le persone che subivano questa avversità. Poi, ho sempre nutrito la speranza che tutto potesse essere fermato. Oggi, il conflitto ha raggiunto proporzioni enormi».
Sua Santità il Patriarca Kirill ha parlato degli sforzi compiuti dalla Chiesa ortodossa russa per fermare lo spargimento di sangue sul territorio siriano. Nei suoi sforzi per la pace, in particolare, la Chiesa interagisce con la leadership dello Stato russo. «Siamo molto lieti che dalla Russia oggi giungono suggerimenti che possono fermare lo spargimento di sangue», ha detto Sua Santità.
Durante la conversazione si è parlato dell’assistenza alla popolazione civile in Siria. «Con tutte le nostre forze forniamo assistenza umanitaria, compresa la mobilitazione delle organizzazioni della società civile in Russia - in particolare, quelle con le quali lavoriamo a stretto contatto», - ha detto Sua Santità, ricordando a tal proposito la Società Imperiale Ortodossa di Palestina, che nel XIX secolo ha aiutato il popolo arabo costruendo scuole, ospedali, e oggi, insieme con la Chiesa russa, sta facendo tutto il possibile per alleviare le sofferenze del popolo siriano.
Un altro problema doloroso associato alla crisi siriana è il rapimento nel mese di aprile di quest’anno, nel nord della Siria, del metropolita Boulos Yazigi, della Chiesa ortodossa antiochena, e del metropolita Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa. «Siamo dispiaciuti per il fatto che finora non si hanno notizie dei nostri due fratelli metropoliti, - ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. - Non appena ci è giunta questa notizia, ho chiesto al presidente Putin di compiere ogni sforzo per liberarli. Ho anche fatto appello al presidente Barack Obama, chiedendo di non utilizzare forze esterne ed evitare l’aggressione contro il Paese. Ho scritto al primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan. Finora, purtroppo, non abbiamo informazioni precise sui nostri fratelli, ma ci sono prove circostanziali che sono vivi. Speriamo che sia così. Finché essi non ritorneranno, noi non ci fermeremo».
«Sono stato molto felice nell’apprendere che voi volevate venire in Russia. Volevo incontrarmi con voi e darvi il massimo sostegno», - ha detto Sua Santità rivolgendosi ai vescovi cristiani della Siria. Il Primate della Chiesa russa ha detto loro della sua visita in Siria e Libano, della visita di pace al Patriarcato di Antiochia nel 2011, dei colloqui con l’allora Patriarca di Antiochia Ignazio IV e dell’incontro con i vescovi della Chiesa siro-giacobita. Parlando del suo colloquio con il Patriarca maronita Béchara Boutros Al-Rai e i membri del Consiglio dei Patriarchi cattolici d’Oriente, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha detto: «Sono arrivato proprio quando tutti i vescovi cattolici erano riuniti per il nostro incontro. Ho avuto l’opportunità di parlare con loro e di constatare che abbiamo le stesse opinioni sulla situazione in Medio Oriente».
Parlando dell’attuale Primate della Chiesa ortodossa di Antiochia, Sua Santità ha detto: «Ringraziamo Dio che in questo momento molto difficile abbia scelto il Patriarca Giovanni come Suo servo. Speriamo che Sua Beatitudine possa svolgere il suo ministero nonostante le attuali difficili circostanze, per sostenere il suo popolo e mantenere la fede nel cuore delle persone». Sua Santità il Patriarca ha espresso la speranza che tutti i vescovi cristiani e il clero in Siria e Libano abbiano lo stesso punto di vista e lavorino insieme per porre fine alla guerra in Siria, in modo che il conflitto non si estenda ad altri Paesi, soprattutto Libano, Giordania e Palestina.
«Perché se ciò dovesse accadere, il risultato più terribile sarebbe la scomparsa dei cristiani dal Medio Oriente, culla del Cristianesimo», - ha ricordato Sua Santità, esprimendo la sua disponibilità a collaborare insieme ai cristiani siriani per porre fine alla guerra, consentire ai rifugiati di tornare nel proprio paese, ripristinare tutto ciò che è stato distrutto e ristabilire una vita pacifica.
Gli ospiti hanno parlato della situazione in Siria, il cui popolo è sottoposto a grandi sofferenze. «Oggi la Siria sta portando una croce pesante, e la Russia, come Simone di Cirene, è arrivata in suo aiuto quando il peso è divenuto insopportabile», - ha detto uno dei partecipanti. I rappresentanti delle Chiese siriane hanno espresso la loro profonda gratitudine al Patriarca Kirill per il suo sostegno e gli hanno trasmesso il saluto dei Primati delle loro Chiese.
Durante il pasto fraterno, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ancora una volta ha sollevato la questione delle sofferenze dei cristiani in Medio Oriente.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto che una delle chiese più antiche al mondo, situata a Homs, dove numerosi pellegrini provenienti dalla Russia si recano per venerare una particella della Cintura della Madre di Dio, è stata barbaramente rovinata. Il 6 ottobre è stata significativamente danneggiata la chiesa dell’Esaltazione della Croce del Signore a Damasco e molti cristiani che pregavano nella chiesa sono rimasti uccisi. Durante la visita ufficiale in Siria di Sua Santità il Patriarca Kirill nel novembre 2011, in questa chiesa era stata allestita una mostra dedicata ai rapporti tra il Patriarcato di Antiochia e la Chiesa ortodossa russa ed era stato presentato il libro del Primate della Chiesa russa «Libertà e responsabilità», in lingua araba.
«Il Cristianesimo è nato in Medio Oriente - in Palestina, Siria, Libano e Giordania. Questa è la terra dove ha camminato il nostro Signore Gesù Cristo, il luogo dove c’era la Chiesa di Gerusalemme, la madre di tutte le Chiese. E che cosa vediamo oggi? Decine di migliaia di cristiani stanno lasciando il Medio Oriente, e in caso di proliferazione del conflitto, nella regione non rimarrà nemmeno un cristiano», - ha detto con preoccupazione il Patriarca Kirill.
«A chi serve una tale situazione? In nome di che cosa oggi le case vengono distrutte e i cristiani vengono uccisi? In nome di che cosa nell’antica città cristiana di Ma’loula oggi si combatte? Quando ci viene detto che questo viene fatto in nome della democrazia e della libertà, noi rifiutiamo questi argomenti, - ha continuato il Primate della Chiesa russa. - Questa è una falsa democrazia, poiché si basa sul sangue versato da decine di migliaia di innocenti e sui cristiani che sono espulsi dalle loro case. E in questa circostanza, i principali mass media del mondo rimangono in silenzio. Che cosa significa questo? In che mondo viviamo?».
«Vorrei rassicurare i nostri fratelli che sono venuti dalla Siria che noi percepiamo la sofferenza del popolo siriano come nostra, - ha detto Sua Santità. - Anche nel nostro Paese le chiese sono state distrutte ed è stato versato il sangue di decine di migliaia di cristiani in nome della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità».
«Mi auguro che con la misericordia di Dio e con la partecipazione attiva della Federazione Russa si eviti la completa espulsione dei cristiani dalla Siria. Noi pregheremo il Signore affinché abbia misericordia per la Siria e il Medio Oriente», - ha concluso il Patriarca.

Riunione alla Duma di Stato
Il 9 ottobre, i vescovi siriani hanno incontrato il vicepresidente della Commissione affari internazionali della Duma di Stato della Federazione Russa Leonid Kalashnikov.
Alla riunione hanno preso parte il consigliere principale della Commissione per gli affari esteri della Duma di Stato, Boris Zarankin, e il vice capo del Commissione affari costituzionali della Duma di Stato, Dmitrij Pchelyakov.
Il vicepresidente Kalashnikov ha dato il benvenuto agli ospiti. Egli ha osservato l’indiscussa importanza dei monumenti religiosi e storici della Siria per la cultura mondiale. Esprimendo solidarietà per il conflitto in corso nel Paese, Kalashnikov ha assicurato ai membri della delegazione siriana che da parte russa è stato fatto tutto il possibile per stabilizzare la situazione con l’assistenza delle Nazioni Unite e per prevenire l’escalation del conflitto verso una guerra mondiale.
Il vicepresidente della Commissione affari internazionali della Duma di Stato ha parlato di una serie di incontri avuti con i rappresentanti della Siria e della diaspora siriana. Egli ha augurato ai vescovi siriani forza e coraggio.
L’arcivescovo Mar Siluan Petr Al-Nemeh ha salutato il rappresentante del governo russo a nome della delegazione siriana. Egli ha espresso la sua gratitudine al popolo della Russia e alla Chiesa ortodossa russa per la vicinanza e il sostegno. Secondo la sua testimonianza, «ciò che sta accadendo in Siria è un dolore immenso», dal momento che la guerra colpisce tutti gli abitanti, nessuno escluso. Attualmente sono state distrutte sessanta chiese cristiane in diverse città, Homs, Aleppo, Ma’loula, ecc., dove sono morti e continuano a morire i cristiani.
«Ci auguriamo che la Siria rimanga per noi una casa», - ha detto l’arcivescovo, sottolineando con rammarico che mezzo milione di cristiani ha già lasciato la Patria.

Visita dei gerarchi siriani al Decr
Il 10 ottobre, la delegazione dei vescovi siriani ha avuto un incontro con il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, presso la sede del Decr.
Alla riunione ha partecipato anche il rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, arcivescovo Nifon di Filippopoli.
Il metropolita Hilarion ha espresso la sua solidarietà ai membri della delegazione siriana per la crisi che la Siria patisce già da tre anni e per le ostilità in corso. «Riteniamo che sia compito della nostra Chiesa prestare a voi ogni possibile assistenza», - ha detto il presidente del Dipartimento rivolgendosi agli ospiti. Egli ha fatto menzione degli aiuti che la Russia ha fornito al popolo della Siria, tra cui gli aiuti umanitari raccolti e consegnati alla Siria dalla Chiesa ortodossa russa, dal Ministero per le situazioni di emergenza e dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina.
Nel corso della riunione, l’arcivescovo Nassar di Samir ha detto che, a seguito della guerra, quasi tre milioni di cittadini siriani sono diventati profughi, e altri cinque milioni sono costretti a spostarsi continuamente all’interno del Paese. Da parte sua, il metropolita Hilarion ha espresso la speranza che con la prossima conferenza «Ginevra-2» si possa lavorare per la pace. «Speriamo, preghiamo, lavoriamo, e faremo di tutto affinché i rifugiati possano ritornare nelle loro case in Siria», - ha detto. Il metropolita ha anche sottolineato l’importanza del fatto che le Chiese cristiane siano unite negli aiuti al popolo siriano.
Durante l’incontro sono state discusse anche le relazioni tra cristiani e musulmani in uno stesso Stato. Il metropolita Hilarion ha ricordato agli ospiti che anche la Russia non è esente da azioni di islamisti radicali, in particolare, nel Caucaso.
Il vescovo Nalbandian di Armaš ha detto a tutti i presenti che la diaspora armena iniziò in Siria dopo il genocidio degli armeni in Turchia. A suo parere, nel corso degli ultimi anni dalla Siria sono fuggite in Armenia circa diecimila persone. «La nostra missione è portare speranza al popolo siriano affinché possa vivere in pace», - ha detto il rappresentante della Chiesa apostolica armena, aggiungendo che gli aiuti umanitari forniti alla Siria sono stati trasferiti per la maggior parte ai campi profughi. Il vescovo Isacco di Apamea ha confermato che gli aiuti sono distribuiti tra cristiani e musulmani.
«Noi amiamo il popolo russo per le preghiere, il sostegno e gli aiuti umanitari», - ha detto, a sua volta, l’arcivescovo Mar Siluan Petr Al-Nemeh, rivolgendo parole di gratitudine per Sua Santità il Patriarca Kirill e per il metropolita Hilarion. Il rappresentante della Chiesa ortodossa siriana ha espresso la speranza che la Russia e la Chiesa ortodossa russa continuino a prestare il loro aiuto.



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Sergiev Posad - Festa di San Sergio di Radonež. Sua Santità il Patriarca Kirill
Mosca - I vescovi siriani durante l'incontro presso la Duma di Stato
Agosto '17