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Agosto '17

Libertà di religione e discriminazione dei cristiani. Conferenza internazionale a Mosca


Libertà di religione: la questione della discriminazione e della persecuzione dei cristiani, è il tema del convegno sulla cristianofobia che si è svolto a Mosca il 30 novembre e 1 dicembre 2011, presso la sala conferenze dell’hotel “San Daniele”, nello storico monastero russo.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il rappresentante della Santa Sede, arcivescovo Edwin Joseph Ender, il rappresentante dell’Osce per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione dei cristiani, Massimo Introvigne, e i membri di altre religioni.
Il forum è stato promosso dalla Chiesa ortodossa russa, con il patrocinio del Comitato cristiano interreligioso (CICC), della Fondazione san Gregorio il Teologo e dell’organizzazione internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti delle Chiese ortodosse di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Serbia e Cipro, della Chiesa cattolica romana, della Chiesa maronita, della Chiesa Apostolica Armena, della Chiesa assira e delle comunità orientali, musulmane ed ebraiche, così come delle organizzazioni internazionali, ecumeniche e interconfessionali.
Riferendosi al rappresentante dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) Massimo Introvigne, il metropolita Hilarion nel suo discorso di apertura ha evidenziato che ogni cinque minuti nel mondo muore per la fede un cristiano, e ogni anno 105.000 cristiani muoiono di morte violenta a causa di conflitti religiosi. Ha sottolineato inoltre la necessità di riconoscere che i cristiani sono la comunità religiosa più perseguitata del pianeta.
Dei paesi dove i cristiani sono maggiormente perseguitati oggi, il metropolita Hilarion ha citato l’Egitto, la Libia, la Tunisia, l’Algeria, l’Iraq (in questo paese, dopo l’intervento militare, il 90 per cento dei cristiani in un anno e mezzo sono stati uccisi o sono emigrati), il Pakistan, l’Afghanistan, il nord del Sudan, la Nigeria, l’Eritrea, la Somalia, l’Arabia Saudita, le Maldive, il Bangladesh, la Malesia, l’Indonesia, le Filippine, il Myanmar, il Laos e l’India.
Come risultato della visita a novembre di Sua Santità il Patriarca Kirill in Siria e Libano, il metropolita Hilarion, che ha accompagnato il Primate della Chiesa russa durante il viaggio, ha espresso preoccupazione per il futuro delle minoranze religiose, soprattutto dei cristiani in Siria “in caso di instabilità politica e di guerra civile”.
Allo stesso tempo, il presidente del Decr ha dichiarato che le persecuzioni per motivi religiosi non riguardano solo i cristiani, ma anche i membri di altre minoranze religiose, come le comunità yazidi in Iraq, in Pakistan, e gli induisti, e altri.
Concludendo l’esame della situazione delle minoranze cristiane nel mondo, il metropolita Hilarion ha sottolineato che alcuni governi fanno molto per costruire relazioni interreligiose armoniose.
Egli ha anche illustrato le ragioni dell’aumento delle persecuzioni dei cristiani, tra cui, in primo luogo l’ideologia estremista, l’odio mascherato dalla religione, che è presente in vari paesi musulmani. La seconda ragione per il deterioramento delle relazioni tra cristiani e musulmani in diversi paesi, soprattutto in Africa, è la pratica di aggredire i missionari e i predicatori che lavorano attivamente con la popolazione musulmana locale al fine di ridurre il cristianesimo. In terzo luogo, vi è anche un complesso di ragioni politiche ed economiche di Stati che sono interessati a fomentare conflitti settari in paesi dove i cristiani sono una minoranza. Infine, una delle cause della persecuzione di massa dei cristiani è il rifiuto da parte dell’Europa della sua identità cristiana.
Il presidente del Decr ha evidenziato il ruolo storico dei paesi europei e della Russia nel proteggere la minoranza cristiana. Tuttavia, egli ha sottolineato che la questione della persecuzione dei cristiani da molti anni è praticamente soppressa in Europa, “i politici europei, motivati da uno spirito di correttezza politica, hanno parlato molto dell’inammissibilità dell’antisemitismo, dell’islamofobia e di altre espressioni di intolleranza etnica o religiosa, ma hanno evitato in qualche modo di parlare di discriminazione silenziosa verso i cristiani”.
Secondo il metropolita Hilarion, la situazione è iniziata a cambiare solo negli ultimi anni, quando le organizzazioni internazionali hanno richiamato l’attenzione sulla questione delle persecuzioni dei cristiani nel mondo. Nell’aprile 2009, l’ultima conferenza Onu a Ginevra sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia ha condannato la discriminazione contro i cristiani. Nel dicembre 2010, in occasione del “Meeting sulla libertà di religione” tenutosi a Vienna su iniziativa dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), è stato preparato un documento di quaranta pagine, che contiene una descrizione dettagliata degli eventi e delle situazioni negli ultimi cinque anni che hanno visto i cristiani vittime di discriminazione e di intolleranza. Il 16 marzo 2011 a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, si è tenuto un seminario dove si è parlato della cristianofobia. Il 20 gennaio 2011, per commemorare le vittime dei recenti attacchi terroristici contro i cristiani, i membri del Parlamento europeo hanno adottato una risoluzione “Sulla situazione dei cristiani alla luce della tutela della libertà religiosa”, condannando l’assassinio o la discriminazione dei cristiani in diversi paesi, tra cui Egitto, Nigeria, Pakistan, Iran, Iraq, Filippine. La risoluzione, rivolta ai governi e ai parlamenti di questi paesi, è stata approvata a maggioranza.
Parlando delle attività della Chiesa ortodossa russa per la tutela dei cristiani perseguitati, il metropolita Hilarion ha detto che il Patriarcato di Mosca si è opposto, e continua ad opporsi con fermezza a ogni forma di xenofobia, intolleranza religiosa ed estremismo. “Abbiamo capito il risentimento dei musulmani in occasione della pubblicazione delle vignette su Maometto in una delle riviste scandinave. Li abbiamo sostenuti dopo l’adozione della legge francese che vieta alle donne musulmane di portare il velo nelle istituzioni pubbliche. Siamo sinceramente disposti a discutere con gli interessati sulle domande dei musulmani circa la moralità pubblica, a lavorare con loro sugli argomenti più importanti - in breve, a sviluppare un dialogo aperto e onesto”, - ha detto il metropolita Hilarion.
“In Russia, come sappiamo, non c’è mai stata una guerra di religione, anche se è stata abitata ed è abitata da milioni di seguaci di religioni diverse. Ma non possiamo restare indifferenti di fronte all’oppressione dei nostri fratelli nel mondo islamico, e speriamo che i nostri compagni musulmani ci sosterranno. Speriamo anche che i loro correligionari in altri paesi condividono il dolore dei cristiani sofferenti, e cercheranno di porre fine alla loro persecuzione e discriminazione” - ha detto il presidente del Decr. Egli ha anche espresso la speranza che la questione delle persecuzioni dei cristiani sarà considerata nel contesto della cooperazione inter-cristiana.
“Abbiamo bisogno di creare un centro permanente per la raccolta e lo studio delle informazioni sulle persecuzioni per motivi religiosi. Ogni caso di persecuzione dovrebbe essere oggetto di procedimenti giudiziari”, - ha detto il metropolita Hilarion. “Le Nazioni Unite possono e devono chiedere il rispetto delle norme generalmente accettate sulla libertà religiosa da parte degli Stati membri” - ha aggiunto il presidente del Decr. Secondo lui, il Concilio Pan-ortodosso dovrà discutere anche la questione delle persecuzioni dei cristiani in varie parti del mondo.
Il presidente del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu Laura Lasserre in un video durante la conferenza, ha sottolineato che la libertà di coscienza e di religione è un diritto umano fondamentale e bisogna cercare modi per promuovere la comprensione reciproca e la tolleranza, per prevenire la violenza e la discriminazione contro i cristiani.
Il portavoce del Vaticano, l’arcivescovo Edwin Joseph Ender, nunzio apostolico nella Repubblica Federale della Germania, ha notato che “la discriminazione contro i cristiani deve essere presentata alla società come intollerabile al pari dell’antisemitismo e dell’islamofobia”.
Il convegno è proseguito il 1 dicembre con la riunione plenaria, al termine della quale è stato rilasciato un documento.
I partecipanti hanno chiesto una revisione equa giurisdizionale degli atti di violenza contro i cristiani e hanno espresso la loro volontà di fornire alle vittime assistenza legale, ove possibile.
È stata sottolineata la necessità di richiamare seriamente l’attenzione della comunità internazionale sui temi dell’educazione religiosa, per sviluppare norme e modelli, che siano di ostacolo alla diffusione dell’ideologia dell’odio.
I delegati hanno espresso la loro disponibilità a collaborare nella protezione delle minoranze cristiane nelle regioni in cui sono perseguitate. Tale cooperazione deve riflettersi nello scambio di informazioni sulla situazione e sugli atti di discriminazione dei cristiani, nell’organizzazione finanziaria, legale, nel sostegno politico per i perseguitati. È stata espressa la volontà di promuovere un organismo internazionale di monitoraggio per la discriminazione dei cristiani e il loro aiuto.
Lo stesso giorno, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha incontrato presso la Cattedrale di Cristo Salvatore i partecipanti al convegno.
Nel suo discorso, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto che i casi di persecuzione e discriminazione contro i cristiani sono ormai divenuti sistematici. “Numerose evidenze dimostrano che la comunità cristiana, la più grande a livello mondiale, è in una posizione vulnerabile”, -
ha detto Sua Santità.
Per esempio, nella società europea sta divenendo sempre più una minaccia la corrente laicista. “Gli attacchi più violenti sono rappresentati dalle violazioni delle norme morali, che per secoli hanno costituito la tradizione spirituale. L’assolutizzazione della libertà personale a scapito della responsabilità morale fa sì il peccato diventi uguale alla virtù”, - ha detto Sua Santità.
Particolare attenzione merita l’esodo di massa dei cristiani dal Medio Oriente e dal Nord Africa. “Sulla stampa appaiono regolarmente segnalazioni di attacchi contro le chiese cristiane, massacri, omicidi e altri attacchi alla vita, alla salute e ai diritti dei credenti in Cristo. La persecuzione dei cristiani ha acquisito una portata speciale in relazione alle trasformazioni politiche in Medio Oriente e in Nord Africa. I nostri fratelli stanno subendo persecuzioni in Iraq, Algeria, Afghanistan, Egitto, Pakistan, Nigeria e altri paesi” - ha detto Sua Santità, aggiungendo che la Chiesa ortodossa russa sta reagendo apertamente a tali messaggi.
Il Patriarca ha ricordato che la dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa in connessione con l’aumento degli episodi di cristianofobia nel mondo, il 30 maggio di quest’anno, ha chiesto di “sviluppare un meccanismo completo ed efficace per la protezione dei cristiani e delle comunità cristiane, perseguitate o limitate nella loro vita religiosa e nelle attività”. La questione della tutela dei diritti dei cristiani è inclusa anche nell’agenda delle organizzazioni internazionali.
“Le violazioni dei diritti dei cristiani nel mondo, nonché dei rappresentanti di altre religioni, la crescita dei conflitti interreligiosi dovrebbero incoraggiare gli Stati a ripensare i meccanismi esistenti per garantire la dignità e la libertà della persona”, - ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa.
Di grande importanza in relazione a questa situazione è l’educazione religiosa.
Sua Santità ha ricordato che sin dai tempi antichi i cristiani hanno giocato un ruolo significativo nella stabilità in Medio Oriente e in Nord Africa, dimostrando la natura pacifica della maggioranza musulmana.
Il Patriarca ha proposto di istituire un meccanismo efficace per proteggere i diritti dei cristiani e delle comunità cristiane.
Su richiesta del vescovo Serapione di Los Angeles (Chiesa copta, Usa), Sua Santità ha spiegato il meccanismo proposto per affrontare le persecuzioni dei cristiani. Egli ha ricordato l’iniziativa della Chiesa ortodossa russa, nata sulla base delle decisioni prese al vertice interreligioso a Mosca nel 2006, riguardante la costituzione di un organismo consultivo presso le Nazioni Unite, che potrebbe includere alti rappresentanti delle principali confessioni religiose. Il compito di tale organismo sarebbe quello di fornire competenze adeguate e altamente professionali in caso di conflitti legati a questioni religiose. Gli esperti potrebbero portare all’attenzione delle Nazioni Unite e ai governi nazionali i casi di persecuzione dei cristiani.



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Mosca - Convegno sulla cristianofobia. Intervento del metropolita Hilarion di Volokolamsk.
Mosca - Intervento del presidente del Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu L. Lasserre.
Mosca - Intervento del Patriarca Kirill.
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