Icona della Madre di Dio di Kazan' (1861). «Entravo nelle gabbie invece delle belve feroci…» di Iosif Brodskij
Entravo nelle gabbie invece delle belve feroci,
con un chiodo incidevo il mio tempo
e il mio nomignolo sulle baracche,
vivevo sul mare, giocavo alla roulette,
pranzavo con qualcuno in frac, il diavolo sa chi.
Dall'alto di un ghiacciaio scrutavo mezzo mondo,
sono annegato tre volte,
due volte sono stato squarciato.
Ho abbandonato il paese che mi aveva allevato.
Di coloro che mi hanno dimenticato
si potrebbe riempire una città.
Vagavo nelle steppe che ricordavano
le urla dell'unno,
indossavo vestiti che sono tornati di moda,
seminavo segala, ricoprivo di nero
cartone catramato i tetti dei granai,
bevendo tutto fuorché acqua secca.
Ho lasciato entrare nei miei sogni
la pupilla brunita della scorta,
divorando il pane dell'esilio
con tutta la crosta.
Permettevo alle mie corde vocali qualsiasi suono tranne l'ululo; sono passato al sussurro.
Adesso ho quarant'anni.
Cosa dovrei dire della vita?
Che si è rivelata lunga.
Soltanto col dolore sono solidale.
Ma finché non mi riempiranno la bocca d'argilla,
ne echeggerà soltanto gratitudine.
Iosif Brodskij
(24 maggio 1980)
<< Torna Indietro |
|


|