ELEOUSA magazine
Agosto '17

Sarà come un meteorite... Editoriale di Fernanda Santobuono


Alle 18.55 ora di Mosca (in Italia le 17.55) del 9 maggio in tutta la capitale russa è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dei caduti della Seconda guerra mondiale.
Per la vittoria è stato pagato un prezzo enorme. Sono milioni di vite dei soldati al fronte, ma le vittime ancor più numerose sono tra i civili morti sotto le bombe, per le malattie e la fame e nei campi di concentramento. L'enorme macchina nazista è stata fermata e distrutta. I soldati di diverse nazionalità si sono battuti fianco a fianco ed hanno vinto. Per la vittoria comune hanno dato il proprio contributo i popoli di Russia, Ucraina, Bielorussia e delle altre ex repubbliche dell'Unione Sovietica, che ha perso 27 milioni dei suoi figli e figlie.
Durante il secondo conflitto mondiale l'Artico è stato un importante teatro di guerra, con operazioni terrestri, navali ed aeree.
Oggi, nel quadro del nuovo ordine mondiale, in cui il ponte sullo stretto di Kerch tra la Russia e la Crimea ha lo stesso significato geopolitico dell'Artico e del Mediterraneo, la Federazione Russa rivendica il suo giusto peso nell'intero e complesso scacchiere internazionale, forte del suo sviluppo storico continentale eurasiatico verso il circolo polare artico e l'oceano indiano. E quando si parla di scacchiere internazionale si intende anche il cosmo. Così, se da una parte la regione artica è diventata una delle aree più contese del Pianeta, dall'altra la Russia del XXI secolo annuncia un «Trattato sul cosmo» per vietare, attraverso le Nazioni Unite, l'appropriazione di oggetti spaziali, l'uso di risorse a favore di singole economie nazionali, e difendere l'indipendenza della Luna. L'iniziativa verrà proposta ad aprile 2018 in una riunione della commissione delle Nazioni Unite per lo spazio a Vienna, dove la Russia proporrà di inserire nel sistema legale internazionale un «contratto sullo spazio».
Basti pensare, ad esempio, che nello spazio, a partire dal 1957, anno in cui l'Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, sono stati inviati oltre seimila satelliti. Molti di questi continuano ad orbitare intorno alla Terra rischiando di esplodere o semplicemente di urtare altri oggetti. Recentemente potrebbero essere stati lanciati satelliti di dimensioni così ridotte, pari a 10 cm, da essere invisibili al telescopio per monitorare i detriti spaziali, e aggirare quindi la procedura esistente.
Nel 2020 il gruppo orbitale di satelliti di nuova generazione del sistema di allerta preventiva sugli attacchi missilistici del Ministero della Difesa russo terrà sotto controllo tutta la superficie del globo. Anche la flotta navale russa ha già tutti i mezzi per monitorare la situazione in qualsiasi parte degli oceani del mondo. Così, il 31 marzo 2017 le Forze aerospaziali russe hanno iniziato il test del satellite del sistema di difesa spaziale unificato, che in futuro costituirà la base del primo livello del sistema di allerta preventiva sugli attacchi missilistici.
L'Artico per lungo tempo è stato considerato di limitato interesse geopolitico a causa della sua inaccessibilità, ma a partire dal 2 agosto 2007, quando l'equipaggio di due sottomarini deposero il tricolore russo sui fondali del Mar Glaciale Artico, è diventato una zona di crescenti contrasti, sia territoriali che strategici, tra i Paesi circumpolari e di grande interesse anche per la Cina per via della rotta artica.
Questa data evidenzia innanzitutto il rinnovato interesse della Russia per la difesa del suo spazio continentale e costiero, presentando nel 2015 alle Nazioni Unite la richiesta di estendere i confini della sua piattaforma continentale artica attraverso la catena montuosa subacquea Lomonosov, che si sviluppa in direzione del Polo Nord, e verso altre direzioni; nonché la determinazione a concorrere al nuovo ordine mondiale, dopo la lunga stagione del bipolarismo est-ovest ed il breve, e geopoliticamente catastrofico, momento unipolare, al fine di ristabilire il suo giusto peso nell'architettura del Pianeta, nonostante il problema ucraino. Perché si tratta di vera e propria giustizia storica.
Tant'è che il presidente russo Vladimir Putin ha invitato l'Occidente a smetterla di «agitare la barca che si chiama pianeta Terra». La Russia era e rimane una potenza nucleare. Ha creato una nuova classe di sottomarini strategici in grado di ridurre in cenere qualsiasi città entro un raggio di 9300 chilometri. Non appena il «Principe Vladimir» sarà operativo nel 2018 per le Flotte del Pacifico e del Nord, diventerà il più potente sottomarino russo con missili balistici destinati alla deterrenza nucleare. Può lanciare fino a 20 missili intercontinentali Bulava ed è in grado di immergersi fino ad una profondità di 400 metri, caratteristica che lo rende praticamente invisibile ai radar.
Altra caratteristica importante di questo sottomarino è il suo nome in onore del santo principe Vladimir, il battista della Rus' e fondatore dello Stato russo. Suo figlio, Yaroslav il Saggio, fondò nel 1010 la città di Yaroslavl, sulle rive del Volga, dove nel 1642 fu portata dalla Lavra della Trinità di San Sergio l'icona di Smolensk della Madre di Dio e posta nel Monastero della Trinità. In quel periodo nella città erano stati costruiti tre monasteri e almeno sessanta chie-se parrocchiali in pietra. Oggi il centro storico della città è patrimonio mondiale dell'Unesco.
Fu la capitale della Russia nel 1612 quando Mosca era stata occupata dai polacchi durante il Periodo dei Torbidi, a causa della crisi dinastica che si era instaurata dopo la morte di Ivan IV, ed ebbe un ruolo di primo piano nella liberazione della capitale con la formazione della seconda milizia, capeggiata da Kuzma Mimin e dal principe Dmitry Pozharskij.
Anche la città di Smolensk subì l'assedio delle truppe polacche di Sigismondo III dal 1609 al 1611. Questa città si trova sulle rive del Dnepr superiore, il fiume che nasce nella regione di Smolensk e attraversa l'Ucraina sfociando nel Mar Nero. Nelle sue acque avvenne il battesimo della Rus' nel 988, di cui ricorre nel 2018 il 1030° anniversario insieme al 1064° anniversario del Grande Scisma, avvenuto nel 1054, anno della morte del principe Yaroslav.
Ebbene, la Nato non è riuscita e non riuscirà ad isolare la Russia, e nemmeno le sanzioni, introdotte dall'Occidente dopo la riunificazione della Crimea alla Madre Russia. Oggi il Paese possiede armi ipersoniche, come il nuovo sistema missilistico Avangard, che entrerà in servizio nel 2019, e ha testato con successo le armi iperboliche aeronautiche del sistema Kinzhal («Dagger»), dislocate nel Distretto militare meridionale della Russia per le prove di combattimento. «Le caratteristiche tecniche dell'aereo vettore consentono di lanciare un missile nel punto indicato in pochi minuti, il missile vola a velocità ipersonica, 10 volte superiore alla velocità del suono e svolge manovre su tutti i punti della traiettoria di volo», ha detto Putin, precisando che «questo gli permette di garantire anche il superamento di tutti i sistemi di difesa aerea e anti-missile esistenti».
La Russia possiede anche il nuovo missile da crociera Rs-28 Sarmat, che ha un sistema di propulsione nucleare invulnerabile ai sistemi antiaerei, e una gittata che lo mette in grado di attaccare sia passando dal Polo Nord che dal Polo Sud. Si tratta della risposta russa allo scudo anti-missile Usa schierato in Europa orientale.
Ma c'è di più. La nuova arma, che si chiama «meteorite», del sistema Avangard, può essere manovrata negli strati densi dell'atmosfera, sarà imprendibile e la velocità sarà supersonica. «Sarà come un meteorite», ha precisato il Presidente russo riferendosi ai meteoriti extraterrestri, che più di una volta hanno colpito il territorio della Federazione Russa, nel 1908 a Tunguska, con un'esplosione pari a mille atomiche di Hiroshima, e negli anni 2013, 2015, 2016 e 2017, anche se la maggior parte di essi si disintegra nell'atmosfera. Ma non questo nuovo tipo di arma, il «meteorite», appunto.
Ci sono anche i droni sottomarini militari nel nuovo arsenale russo, capaci di spostarsi negli abissi a distanza intercontinentale e in grado di distruggere intere città costiere se armati con il temibile complesso «Status 6». Possiedono un'alta manovrabilità e bassa rumorosità. La loro velocità supera di diverse volte quella dei sommergibili e dei siluri. «Roba da fantascienza», l'ha definita il capo dello Stato russo. Ma si badi bene: la Russia non vuole attaccare nessuno. Le nuove armi, ha chiarito Putin, sono state messe a punto in risposta ad azioni di altri Paesi e come difesa qualora la Russia si sentisse minacciata. Lo strumento principale con i Paesi dell'Occidente rimane per Vladimir Putin il dialogo. Anche per l'Artico, che deve essere un territorio di pace, un «territorio di dialogo», come sottolineato al Forum internazionale di Arkhangelsk, luogo simbolo degli eventi e degli individui che hanno aperto le latitudini polari.
L’attenzione di molte nazioni è rivolta all’Artico come una regione il cui benessere determina il clima globale, una regione con un enorme potenziale economico e di opportunità future. Fu proprio ai confini di questa regione che iniziò nel 1793 la missione spirituale ortodossa in Alaska, che poi divenne l'America russa.
Pertanto, «il compito più importante è quello di preservare la macro-regione come una zona senza conflitti. In linea di principio, l’Artico rimane uno spazio di dialogo costruttivo, di collaborazione e cooperazione», - ha sostenuto Putin dando inizio ai lavori del forum.
La Russia, che rappresenta circa un terzo della zona artica, è consapevole della sua particolare responsabilità per questo territorio. «L'obiettivo è garantire il suo sviluppo sostenibile, creare un’infrastruttura moderna, sviluppare le risorse naturali, rafforzare il potenziale industriale, migliorare la qualità della vita per il popolo del Nord, mantenere la sua cultura e le tradizioni uniche e insieme preservare la diversità biologica e i fragili ecosistemi», ha spiegato il Presidente della Federazione Russa.
Del resto, la salvaguardia dell'indipendenza di uno Stato dipende dai mezzi militari e tecnici, ma anche dall'identità nazionale e culturale e da una coscienza civile patriottica.
L'Artico è una regione estremamente importante per garantire le capacità di difesa della Russia, la sua sovranità in questo territorio, la sicurezza delle rotte di trasporto e l'attività economica. Secondo Putin, a largo delle coste della Norvegia sono costantemente presenti i sottomarini americani: un missile per raggiungere Mosca da quella posizione impiega 15 minuti. Così, parafrasando le parole del famoso scienziato russo Mikhail Lomonosov, nato nella regione di Arkhangelsk, ha detto che la ricchezza della Russia crescerà con l’Artico.



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Fernanda Santobuono
Icona della Madre di Dio di Yaroslavl-Smolensk (1642)
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