ELEOUSA magazine
Agosto '17

Cerimonia alla Fortezza di Brest. Visita del Patriarca Kirill alla Chiesa bielorussa


Dal 20 al 22 giugno si è svolta la visita del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill nella Chiesa ortodossa bielorussa. L’incontro del Primate della Chiesa ortodossa russa con i fedeli bielorussi è stato programmato in concomitanza di tre importanti date nella vita della Chiesa: il 1000° anniversario del riposo del santo principe Vladimir, uguale agli Apostoli, il giorno della memoria di Tutti i Santi della Bielorussia e il 70° anniversario della Vittoria nella Seconda guerra mondiale. Il 3 luglio la Bielorussia celebra la Giornata dell’Indipendenza. In occasione di questa festa nazionale, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si è congratulato con il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko e ha osservato che questa ricorrenza, celebrata nel giorno che segna la liberazione della Bielorussia dall'occupazione nazista, preserva la memoria della Grande Vittoria ottenuta grazie agli sforzi congiunti di settant'anni fa. Il Presidente russo ha elogiato lo sviluppo dinamico della cooperazione bilaterale russo-bielorussa in vari settori, così come la cooperazione di integrazione all’interno dell’Unione degli Stati tra Russia e Bielorussia e dell'Unione Economica Eurasiatica. Putin ha espresso fiducia nell’ulteriore sviluppo dell’intero complesso dei rapporti di collaborazione tra i due Paesi. Secondo il generale Pavel Kurachenko, vice comandante delle forze aerospaziali russe, alcune unità del network di difesa russo-bielorusso daranno inizio entro la fine del 2016 a una serie di missioni di combattimento congiunte. Nel mese di febbraio del 2009, Mosca e Minsk hanno siglato un accordo per la protezione congiunta del comune spazio aereo e la creazione di una rete unificata per la difesa aerea della regione. La Russia ha attualmente basi aeree in Kirghizistan e Armenia, e ha in programma di realizzare una base per i propri jet da combattimento in Bielorussia nel 2016. «Il prossimo incontro dell'8 settembre a Sochi tra il Presidente russo e il suo omologo della Bielorussia, in occasione della sessione plenaria del secondo Forum delle regioni di Russia e Bielorussia, sarà estremamente importante in vista del prossimo appuntamento elettorale dell'11 ottobre in Bielorussia», - ha detto l’assistente del Presidente russo Jurij Ushakov.


All’aeroporto di Minsk-2 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill è stato accolto dall’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl, dal vice primo ministro della Bielorussia, Natalia Kochánova, dal commissario per gli affari religiosi ed etnici della Repubblica di Bielorussia, Leonid Guljako, dal capo del protocollo di Stato del Ministero degli Esteri della Repubblica di Bielorussia, Jurij Sluka, dall’ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica di Bielorussia Aleksandr Surikov, dai vescovi e dal clero dell’Esarcato di Bielorussia.
La delegazione ufficiale che ha accompagnato il Patriarca durante la visita all'amata Chiesa bielorussa era composta dal presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, dal capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk, dal vicepresidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov, dal capo del Servizio di protocollo di Sua Santità il Patriarca, arciprete Andrej Milkin, dal capo del Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, diacono Aleksandr Volkov.
Durante l’intervista rilasciata presso l'aeroporto della capitale, il Patriarca Kirill ha detto: «Ogni volta provo grande gioia nel venire in Bielorussia. Questa volta la mia visita è collegata con la celebrazione del millesimo anniversario del riposo del santo principe Vladimir, che ha gettato le basi della civiltà cristiana degli slavi orientali, la fede ortodossa che unisce i popoli fratelli. E la visita in Bielorussia, che rappresenta il fiore all’occhiello delle grandi nazioni cristiane ortodosse, per me è molto importante e umanamente piena di gioia».
Il 20 giugno, il Primate della Chiesa russa ha deposto una corona di fiori in memoria dei soldati-liberatori caduti, dinanzi al Monumento della Vittoria nella piazza omonima a Minsk, ha avuto un incontro con il presidente Aleksandr Lukashenko, ha benedetto l’apertura del centro spirituale ed educativo della Chiesa ortodossa bielorussa e ha celebrato un Vespro solenne nella Cattedrale dello Spirito Santo a Minsk.
Il 21 giugno, festa di Tutti i Santi della Bielorussia, il Primate ha celebrato la Divina Liturgia nella Cattedrale della Resurrezione di Brest.
Il 22 giugno, nell'anniversario dell'inizio della Grande Guerra Patriottica, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' ha visitato la Fortezza di Brest e la Cattedrale di San Nicola della guarnigione e ha preso parte alla cerimonia in memoria dei caduti della Seconda guerra mondiale. Il Patriarca ha ricordato che tra i difensori della Fortezza di Brest c’era un suo zio: «Per via della parentela, in termini umani sono molto legato a questi luoghi», - ha detto.
La Fortezza di Brest è stata costruita negli anni 1833-1842 nell’ambito del progetto del geometra e ingegnere militare Karl Opperman.
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la fortezza venne preparata per la difesa, ma la notte del 13 agosto 1915, durante la ritirata generale, fu abbandonata e fatta saltare in aria parzialmente dalle truppe russe. Il 3 marzo 1918, presso la Cittadella, il cosiddetto Palazzo Bianco (l’ex convento basiliano della Chiesa uniate) è stata firmata la pace di Brest.
La storica fortezza è stata nelle mani dei tedeschi fino alla fine del 1918, poi sotto il controllo dei polacchi. Nel periodo tra le due guerre mondiali fu utilizzata come caserma, deposito militare e prigione politica.
Il giorno dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale il 2 settembre 1939, la Fortezza di Brest fu bombardata dai tedeschi. Capo del presidio fu nominato l’11 settembre il generale in pensione Konstantin Plisovsky, che aveva a sua disposizione non più di 2500 persone. Le forze armate tedesche erano superiori rispetto ai difensori della fortezza, di 2 volte nella fanteria, di 4 volte nei mezzi corazzati, e di 6 volte rispetto all’artiglieria. Ciò nonostante, dal 14 settembre i difensori della fortezza respinsero ben sette attacchi tedeschi, perdendo fino al 40% della loro guarnigione. La notte del 17 settembre, il generale Plisovsky, lui stesso contuso, ordinò di abbandonare la fortezza e attraversare il Bug a sud. Il 22 settembre 1939 la fortezza è stata consegnata all’Armata Rossa. Fino al 22 giugno 1941 nella fortezza era di stanza un numero di unità militari di circa novemila persone, senza contare i familiari
del personale militare (trecento famiglie).
Secondo il piano del comando tedesco, la fortezza doveva essere conquistata per le ore 12 del primo giorno di guerra. Il 22 giugno, alle 4.15 sulla fortezza fu aperto il fuoco di artiglieria, la guarnigione fu colta di sorpresa. Furono distrutte le scorte, l’approvvigionamento idrico e ogni comunicazione fu interrotta; il presidio aveva subito pesanti perdite. Alle 4.45 ebbe inizio l’assalto. Per via dell’attacco a sorpresa, la guarnigione non riuscì a organizzare un unico fronte di resistenza, e si suddivise in diverse unità separate. La sera del 24 giugno la difesa della fortezza fu potenziata a Kobrin e alla Cittadella. In seguito al potenziamento a Kobrin tutti i difensori erano concentrati nel forte orientale. I difensori della fortezza dovevano respingere ogni giorno 7-8 attacchi, usando i lanciafiamme. Il 26 giugno cadde l’ultimo tratto della difesa della Cittadella vicino alla porta a tre archi, il 29 giugno - il forte orientale. Per organizzare la difesa della fortezza si decise di lasciare solo gruppi isolati e singoli uomini.
In una delle iscrizioni della fortezza si legge: «Sto morendo, ma non mollo. Addio, Patria. 20 luglio 1941». Secondo i testimoni, la sparatoria durò fino all’inizio di agosto. Le perdite della Wehrmacht presso la Fortezza di Brest furono di 1121 morti e feriti, cioè il 5% delle perdite totali dell’esercito di Hitler su tutto il fronte sovietico-tedesco durante la prima settimana di guerra. Dell’Armata Rossa, cinque o seimila soldati furono fatti prigionieri, mentre circa duemila furono uccisi.
Il merito di aver conservato la memoria degli eroi della fortezza è in gran parte dovuto allo scrittore e storico Sergej Smirnov, sostenuto dal lavoro del poeta Konstantin Simonov.
L’8 maggio1965 alla Fortezza di Brest è stato assegnato il titolo di «fortezza eroina». Dal 1971 è il complesso memoriale «Fortezza di Brest», costruito dallo scultore Alexander Kibalnikov. Nella necropoli del terzo livello, unita alla composizione del monumento, ci sono i resti di ottocentocinquanta persone.


Nella capitale Sua Santità il Patriarca Kirill si è recato in Piazza della Vittoria, dove ha preso parte alla cerimonia di posa di una corona di fiori presso il Monumento della Vittoria. In piazza c’erano i veterani della Grande Guerra.
È stata proclamata «Eterna Memoria» ai soldati che sono morti per la fede, per la Patria, alle persone che hanno sacrificato la propria vita e a tutti gli innocenti torturati e uccisi.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto: «Nell’anno della celebrazione del 70° anniversario della Vittoria, in particolare vorrei ricordare in preghiera con voi, cari fratelli e sorelle, coloro che sono morti difendendo i confini della nostra Patria, che hanno donato la vita per la Patria. La Bielorussia, come forse nessuna altra parte della nostra Patria, ha patito in quegli anni perdite catastrofiche e ha subìto una distruzione terribile. Ha subìto per prima l’attacco del nemico, e sappiamo che dalla resistenza al nemico dipende in gran parte l’esito della guerra. E come nei primi mesi qui si decise il destino della Patria, così anche quando iniziò la grande offensiva in Occidente, la Bielorussia si trovò sull’asse principale.
Ricordando tutti coloro che sono morti durante la guerra, allo stesso tempo chiediamo al Signore di concedere la pace alla Bielorussia, alla Russia, all’Ucraina e a tutti i Paesi fratelli, che, pur vivendo in Stati autonomi diversi, hanno contribuito alla Grande Vittoria e alla liberazione dal terribile nemico».
Il complesso architettonico della Piazza della Vittoria ha iniziato a prendere forma alla fine del 1930 con la costruzione di due edifici a forma di arco rivolti verso il centro di Minsk. Il nome «Piazza della Vittoria» è stato attribuito nel 1958. La composizione centrale della piazza è il Monumento della Vittoria (architetti Georgij Zaborskij, Vladimir Korol’), costruito nel 1954. Ha un’altezza di 38 m e la forma di un obelisco, rivestito di granito grigio e completato con l’immagine dell’Ordine della Vittoria. Sulle quattro facce del piedistallo sono state poste le seguenti scritte in rilievo in bronzo: «9 maggio 1945» (Andrej Bembel’), «Gloria agli eroi caduti» (Zair Azgur), «L’esercito sovietico nella Grande Guerra Patriottica» (Sergej Selikhanov), «I partigiani della Bielorussia» (Aleksej Glebov). Sulla base dell’obelisco c’è una spada intrecciata con un ramo di alloro in bronzo. Ai piedi del monumento il 3 luglio 1961, giorno del 17° anniversario della liberazione della città di Minsk, l’Eroe dell’Unione Sovietica, colonnello generale Aleksej Burdejnyj, accese la fiamma eterna. Il 1 luglio 1984 sono state installate ai lati del monumento i piedistalli con i nomi delle città-eroine: Mosca, Leningrado, Stalingrado, Kiev, Odessa, Sebastopoli, Kerch, Novorossiisk, Tula; nel 1985 sono state aggiunte le città di Smolensk e Murmansk. L’8 maggio 1985, nel 40° anniversario della Vittoria, nel sottopasso della Piazza della Vittoria è stata aperta la sala della Memoria in onore degli eroi dell’Unione Sovietica, liberatori della Bielorussia.


Presso il Palazzo dell’Indipendenza a Minsk, si è tenuto l’incontro tra Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e il Presidente della Repubblica di Bielorussia Aleksandr Lukashenko.
Per la Chiesa ortodossa russa erano presenti l’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk; per la Repubblica di Bielorussia - il vice primo ministro della Bielorussia Natalia Kochánova, il vice capo dell’Amministrazione presidenziale della Repubblica di Bielorussia Igor Buzovsky, il commissario per gli affari religiosi ed etnici della Bielorussia Leonid Guljako.
Rivolgendosi a Sua Santità Patriarca Kirill, il Presidente della Repubblica di Bielorussia ha osservato che nel Paese coesistono senza nessun problema diverse confessioni. Il Presidente ha espresso la sua gratitudine a Sua Santità per tutto quello che fa per la Bielorussia. «Ho sempre apprezzato e valorizzato e sarò sempre grato a Voi per tutto il bene che fate per il nostro Paese, sia come Patriarca che come cittadino russo», ha detto. Secondo il Capo dello Stato, il legame dei cittadini bielorussi con le proprie radici e i valori spirituali è evidente.
A sua volta, Sua Santità ha detto: «Ogni volta che visito la Bielorussia provo sentimenti di affetto e di gioia. La Bielorussia stessa suscita questi sentimenti. Questo è, in primo luogo, dovuto al fatto che la vostra gente ha un carattere speciale - coraggioso, calmo, tranquillo; e il dialogo in Bielorussia non è mai teso, perché questa è la mentalità delle persone. È un luogo dove ci si sente molto bene. Ma a parte questo, quando visito la terra bielorussa mi viene in mente sempre il contributo speciale della Bielorussia nel difendere la Patria nell’ultima grande guerra. Desideravo in particolar modo venire qui nel 70° anniversario della Vittoria. Oggi, dinanzi all’imponente monumento agli eroi caduti, ho detto che la Bielorussia è stato il primo Paese che ha affrontato le terribili orde che scendevano sulla nostra terra; e con grandi sacrifici ha fatto sì che il nemico non arrivasse velocemente al confine occidentale della capitale, e non ci sconfiggesse. E quando ci fu il punto di svolta nella guerra, la direzione dell’attacco principale fu attraverso la Bielorussia, che ha giocato un ruolo speciale nella Vittoria, per il contributo delle forze regolari, come sappiamo, ma anche dei partigiani. E nell’anno del 70° anniversario della Vittoria, ho ritenuto mio dovere onorare gli eroi caduti per la libertà e l’indipendenza della nostra Patria».
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha ringraziato il Presidente della Bielorussia per l’opportunità di visitare Brest, «città alla quale sono legato personalmente - mio zio è stato ucciso nella Fortezza di Brest. Per molti anni si è creduto che egli fosse scomparso, ma ormai è chiaro che è stato ucciso. Vorrei venerare questo luogo sacro, dove è stato manifestato l’eroismo, il coraggio, la capacità delle persone di combattere il nemico non solo fino all’estremo delle proprie forze fisiche, ma al di là di qualsiasi capacità, e di essere fedeli al giuramento e all’amore per la propria Patria».
Ha manifestato la sua gratitudine anche per l’organizzazione dei negoziati per la risoluzione della situazione in Ucraina. «Quello che sta accadendo nel Paese fraterno è un grande dolore per me. Fa davvero male al cuore. Come sapete, il gregge della Chiesa ortodossa canonica è composto da persone provenienti da est e da ovest, e questo richiede una responsabilità molto particolare», - ha detto al Capo di Stato.
«Oggi la nostra Chiesa è l’unica forza in Ucraina che sia riuscita a mantenere la pace, in quanto non si è identificata né con una parte, né con l’altra - ha proseguito Sua Santità. - Perché? Il motivo sta nel fatto che sia da una parte che dall’altra ci sono persone ortodosse, che soffrono e muoiono. È impossibile dividere il gregge secondo un principio politico. Quando in Unione Sovietica nei primi anni ’90 ci sono stati gli eventi ben noti, molti ci hanno incoraggiato a prendere una posizione politica, ma abbiamo rifiutato perché il nostro gregge è da entrambe le parti. Anche oggi svolgiamo una missione di pace, che viene percepita in modo diverso, perché tutti vogliono avere la Chiesa dalla loro parte. Ma se la Chiesa si schiera da una parte, rischia di perdere la sua potenzialità di mantenimento della pace».
Al termine della conversazione Sua Santità il Patriarca Kirill ha insignito il Presidente della Bielorussia dell’ordine di San Serafino di Sarov, di 1° grado, per l’attenzione verso la Chiesa ortodossa russa e in concomitanza con il suo 60° compleanno. Inoltre, al Capo di Stato è stata donata l’icona del santo principe Vladimir, uguale agli Apostoli, in ricordo della visita.
Il presidente Lukashenko ha fatto dono a Sua Santità dell’icona dell’Angelo custode in argento, realizzata nella tecnica del conio dei maestri di Gomel’. Poi il Capo di Stato ha accompagnato il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' a visitare le sale del Palazzo dell’Indipendenza.


Con la celebrazione del grande Vespro nella Cattedrale dello Spirito Santo a Minsk, alla vigilia della festa di Tutti i Santi della Bielorussia, è iniziata
ufficialmente la visita di Sua Santità il Patriarca Kirill all'amata Chiesa ortodossa bielorussa.
Hanno concelebrato con Sua Santità il metropolita Filaret, esarca patriarcale di tutta la Bielorussia emerito, il metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl, esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), il vescovo Sergij di Solnechnogorsk, capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, l’arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Decr, i vescovi e il clero della Chiesa ortodossa bielorussa.
Al culto hanno presenziato il vice primo ministro della Bielorussia, Natalia Kochánova, il vice capo dell’Amministrazione presidenziale, Igor Buzovsky, il commissario per gli affari religiosi ed etnici della Bielorussia, Leonid Guljako.
Al termine del servizio divino il metropolita Pavel ha rivolto parole di benvenuto a Sua Santità il Patriarca Kirill e gli ha presentato in donol’icona di San Cirillo di Turov e i paramenti liturgici. La Cattedrale dello Spirito Santo è un gioiello nel centro storico della capitale bielorussa. Architettonicamente è una chiesa con due torri a tre navate nello stile barocco di Vilnius. Il luogo in cui si trova il tempio, fin dai tempi antichi, apparteneva alla Chiesa ortodossa. Ha ospitato il Monastero ortodosso maschile in onore dei Santi Cosma e Damiano, secondo documenti risalenti agli inizi del XV secolo. All’inizio del XVII secolo il monastero passò agli uniati, e nel 1633 ai cattolici di rito latino. Erano gli anni del Periodo dei Torpidi in Russia. Nel monastero si stabilirono le suore bernardine. Dopo qualche tempo, un incendio distrusse il tempio ed altri edifici. Nel periodo dal 1633 al 1642 sul territorio dell’ex Monastero ortodosso dei Santi Cosma e Damiano fu costruito il tempio delle suore bernardine - l’attuale edificio della Cattedrale dello Spirito Santo. Successivamente il tempio fu più volte bruciato e sottoposto a ristrutturazione. Nel 1852, a causa della riduzione del numero delle suore, il monastero fu soppresso.
Nel 1860, l'edificio è stato restituito alla Chiesa ortodossa, e dopo un piccolo restauro è stato consacrato in onore dei Santi Cirillo e Metodio. Un ruolo speciale nella storia della chiesa ha avuto l’arcivescovo Aleksandr (Dobrynin), che ha servito negli anni 1868-1877 presso la Cattedra di Minsk. Era un uomo colto, che si distingueva per le notevoli qualità personali - umiltà, sincerità, semplicità e cordialità nella comunicazione, aperto verso tutti. Su richiesta del vescovo, lo Stato stanziò i fondi necessari per restaurare la chiesa e gli edifici adiacenti ed aprire un monastero maschile.
L’apertura del monastero ha avuto luogo il 4 gennaio 1870, e nel mese di maggio il Sacro Sinodo decise di dedicarlo allo Spirito Santo. L’altare principale della chiesa del monastero è stato consacrato alla Discesa dello Spirito Santo il 22 ottobre 1870, e il 1 novembre dello stesso anno la cappella di destra è stata consacrata in onore dei santi Cirillo e Metodio.
La comunità monastica era costituita da monaci provenienti dall’antico Monastero della Santa Trinità di Slutsk. Arrivando a Minsk, i monaci misero sul trono della Chiesa dello Spirito Santo l’Evangelo, riscritto nel 1582 dal principe di Slutsk Yuri Olel’ko, padre della principessa Sofia di Slutsk. La Chiesa dello Spirito Santo esistette fino all’inizio del 1918.
Quando i bolscevichi salirono al potere, il monastero fu chiuso e ben presto il culto nel tempio fu vietato. Nell'edificio, il nuovo governo ordinò di organizzare una palestra per i vigili del fuoco, e poi un archivio. Secondo alcuni resoconti, la cripta della chiesa, tra la fine degli anni ’20 e l’inizio dei ’30, è stata adattata a carcere di transito per i contadini espropriati.
Durante la Grande Guerra Patriottica il servizio nella Chiesa dello Spirito Santo è stato ripreso. La consacrazione del tempio venne compiuta dal vescovo di Mogilev e Mstislav Filofej (Narko). L'edificio fu restaurato con il contributo di un abitante di Minsk, che donò il ricavato della vendita di due sue case.
Nel 1943, è stato nominato rettore della chiesa l’archimandrita Serafim (Shakhmut), che ha contribuito ad aprire molte chiese nel territorio occupato. A Minsk, padre Serafim assunse la custodia volontaria degli ospedali della città, case per disabili ed orfanotrofi. Visitava spesso le persone rese indigenti dalla guerra.
Nel 1944, con l’arrivo dell’Armata Rossa, è stato arrestato. Secondo il rapporto è possibile ritenere che l’archimandrita abbia affrontato l’interrogatorio con coraggio e dignità. Nel 1946, padre Serafim è morto in un carcere della NKVD. Nel 2000, è stato canonizzato tra i martiri e confessori della Chiesa russa del XX secolo.
Nel 1945, nella Chiesa dello Spirito Santo è stata portata un’antica reliquia - l’icona miracolosa della Madre di Dio di Minsk.
Dal 1947, rettore del tempio è stato l’arciprete Serafim Batorevich, arrestato nel 1951 e condannato a 25 anni di carcere. Secondo le memorie degli abitanti di Minsk, l’arciprete fu un grande predicatore, che aveva il dono del canto, trattava con amore il suo gregge, ed era amato dai parrocchiani. È morto il giorno della Pasqua di Cristo nel 1960 a causa degli effetti delle radiazioni, ricevute in prigione.
Nel 1953, sul lato nord del tempio è stata costruita la cappella in onore della grande martire Barbara. Nel 1968, nella cappella a sud della cattedrale è stato approvato il trono in onore dell’icona di Kazan’ della Madre di Dio. Alla parete nord del tempio è stato affisso il reliquiario della santa principessa Sofia di Slutsk e nella cripta della cattedrale è stata costruita una cappella in onore dei Santi Cirillo e Metodio, che funge da chiesa battesimale. Dal 1961, il tempio dello Spirito Santo ha lo status di Cattedrale della diocesi di Minsk.
Nella Cattedrale opera la confraternita in onore della santa principessa Sofia di Slutsk, la più antica della Repubblica di Bielorussia. Nel tempio viene svolto il lavoro educativo, missionario e sociale, opera la fraternità giovanile in onore di San Giovanni il Teologo e quella in onore dei Santi Cosma e Damiano. La biblioteca parrocchiale è provvista di apparecchiature audio e video. C’è la scuola domenicale con un gruppo di genitori per la catechesi, per i bambini viene celebrata la Liturgia ogni domenica.


La mattina del 21 giugno, nel corso della sua visita primaziale nell’Esarcato bielorusso, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill è arrivato a Brest.
Ad accogliere all’aeroporto Thelma-1 il Primate della Chiesa russa c’erano il commissario per gli affari religiosi ed etnici della Repubblica di Bielorussia, Leonid Guljako, il presidente del Comitato esecutivo della regione di Brest, Anatolij Lis, il presidente del Comitato esecutivo della città di Brest, Aleksandr Rogachuk, il console generale della Federazione Russa a Brest, Nikita Matkovskij, il vescovo Ioann di Brest e Kobrin dell'Esarcato bielorusso.
Dall’aeroporto, Sua Santità è andato alla Cattedrale della Resurrezione di Brest, dove ha celebrato la Divina Liturgia nel giorno della memoria di Tutti i Santi della Bielorussia.
Prima dell’inizio della Liturgia, il Patriarca ha accolto l’arca con le reliquie del santo principe e isoapostolo Vladimir, il Battista della Rus’, del quale si celebra quest’anno il 1000° anniversario del riposo, appositamente portata a Brest dalla Cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca.
Il vescovo della diocesi di Brest e Kobrin Ioann ha presentato in dono a Sua Santità l’icona dei martiri Atanasio, Macario e dell’arcidiacono Nikifor. Quindi il Primate della Chiesa russa si è rivolto ai fedeli con la parola primaziale.
Infine, Sua Santità il Patriarca Kirill dai gradini del tempio ha liberato le colombe in cielo e ha benedetto i fedeli della Chiesa bielorussa.
La Cattedrale della Resurrezione di Brest è stata costruita in onore del 50° anniversario della Vittoria nella Seconda guerra mondiale, ed è il tempio più grande della diocesi di Brest.
La chiesa inferiore è stata consacrata in onore dell’icona della Madre di Dio di Kazan’, il tempio superiore - in onore della Resurrezione di Cristo. Costruttore e primo rettore della Cattedrale della Resurrezione è stato l’arciprete Evgenij Parfenyuk (1921-2008). La benedizione della prima pietra della chiesa è stata effettuata nel 1992 dall’arcivescovo di Brest e Kobrin Konstantin (Khomich). Nel 1995, durante la sua seconda visita in Bielorussia, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Alessio II ha visitato la cattedrale in costruzione insieme al Presidente Lukashenko, che ha contribuito notevolmente alla costruzione del tempio-monumento. Nel 2001, Sua Santità il Patriarca Alessio II ha eseguito il rito di consacrazione della Chiesa superiore.
Dal 2008 il rettore della Cattedrale della Resurrezione è l’arciprete Vladimir Kornelyuk.
Nella chiesa ci sono la scuola domenicale, la confraternita femminile in onore dell’icona della Madre di Dio di Kazan’, la fraternità giovanile in onore della Resurrezione di Cristo. Il coro grande della parrocchia rappresenta con successo la diocesi di Brest ai festival internazionali di musica sacra. La biblioteca possiede oltre cinquemila libri, a disposizione della comunità.


In occasione del 74° anniversario dello scoppio della Seconda guerra mondiale, la notte del 22 giugno Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha visitato il complesso memoriale «Fortezza di Brest», dove si trova la Chiesa di San Nicola, la cui costruzione fu completata nel 1879. Autore del progetto fu il professore dell’Accademia Russa delle Arti, architetto David Grimm. La struttura è stata costruita in stile bizantino ed è stata visitata dagli imperatori russi Alessandro II, Alessandro III e Nicola II. In questa storica chiesa il Primate della Chiesa ortodossa russa ha tenuto un servizio di preghiera in memoria dei difensori della fortezza e di tutti coloro che sono morti nella Grande Guerra Patriottica del 1941-1945.
Hanno concelebrato con Sua Santità il Patriarca i membri della delegazione del Patriarcato di Mosca, il clero dell’Esarcato bielorusso, i sacerdoti giunti dalla Russia e dall’Ucraina.
Hanno preso parte al servizio la fraternità femminile della Chiesa dedicata alla beata Valentina di Minsk, la 38ª Brigata delle Truppe aviotrasportate delle Forze Armate della Repubblica di Bielorussia, i membri della fraternità di San Spiridione di Tremithonte e le organizzazioni giovanili dell’Esarcato bielorusso.
Al termine del servizio di preghiera, sulla Piazza della Fortezza di Brest è stata tenuta una cerimonia commemorativa. Tra gli ospiti d’onore c'erano il commissario per gli affari religiosi ed etnici della Repubblica di Bielorussia, Leonid Guljako, il presidente del Comitato esecutivo della regione di Brest, Anatolij Lis, l’ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica di Bielorussia, Aleksandr Surikov, i veterani della Grande Guerra Patriottica.
Dopo la rappresentazione musicale e teatrale dedicata all’eroismo dei difensori, il Patriarca, insieme al presidente del Comitato esecutivo della regione di Brest, Anatolij Lis, ha preso parte alla cerimonia di posa di una corona di fiori dinanzi al monumento agli eroi della Fortezza di Brest, poi ha rivolto un discorso ai partecipanti alla cerimonia: «Fratelli e sorelle! Ecco quanto desidero dirvi oggi.
Immaginate di avere dinanzi a Voi questa scena terribile: la guarnigione, circondata da un avversario molte volte superiore, affronta un combattimento mortale. Probabilmente i difensori non hanno avuto nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo: era impossibile resistere all’assalto di un nemico numericamente superiore e restare in vita.
E che cosa hanno fatto queste persone? Non si sono affrettate a fuggire. Non hanno cercato chi, di quelli più anziani, doveva salvarsi e chi, di quelli più giovani, doveva sacrificarsi. Non si sono contesi un bicchiere di acqua, che poteva salvare la vita a qualcuno. Tutti insieme, come una cosa sola, sono andati incontro a questo attacco terribile. Erano fratelli e sorelle.
Questo ci fa pensare che c’è qualcosa nel mondo, nella nostra vita, che è in grado di unire le persone più dello stesso sangue. Sappiamo per esperienza che il sangue non è garanzia di rapporti fraterni... Ma nel momento in cui i soldati alla Fortezza di Brest stavano spalla a spalla per difendere la Patria, nessuno ha avuto dubbi. C’è stata una vera fratellanza, che non poteva spezzare neanche la morte.
Anche nella nostra vita ci deve essere qualcosa che ci lega ancora più forte del nostro stesso sangue. Noi tutti siamo una cosa sola. E non solo perché abbiamo lo stesso sangue dei nostri antenati, ma perché abbiamo vissuto la stessa storia, abbiamo condiviso gioie e dolori. E come si può dividere la storia?
La difesa eroica della Fortezza di Brest è il simbolo della nostra unità, della capacità di superare il pericolo mortale e insieme vincere. I difensori della Fortezza di Brest hanno sconfitto il nemico ed è per questo che oggi siamo qui. Naturalmente, sentiamo il dolore per tutte quelle persone, soprattutto per i giovani, che sono morti nei primi giorni della guerra. Ma allo stesso tempo guardiamo a questa impresa eroica con un certo orgoglio, con un senso di timore reverenziale, consapevoli della sua importanza per noi stessi, per ogni persona oggi, sia essa bielorussa, russa o ucraina, per tutti coloro che sono eredi del nostro grande passato!
Con tutto il mio cuore auguro la pace e la prosperità a tutto il nostro popolo, a prescindere dalle diverse nazionalità. Noi tutti proveniamo da un unico fonte battesimale. Oggi noi viviamo in Stati diversi, la cui sovranità è riconosciuta e rispettata da tutti. Ma le persone con il loro destino, con il loro percorso storico costituiscono il nostro popolo, e per esso gli eroi della Fortezza di Brest hanno versato il sangue.
Dio conceda la pace e la prosperità al nostro popolo. Dio conceda la prosperità a Brest, alla terra russa, alla terra bielorussa, e a molte, molte persone che nello spirito sono nostri fratelli e sorelle. La benedizione di Dio sia con tutti voi».
«In ricordo della mia permanenza in questo luogo sacro, vorrei donare alla Fortezza di Brest l’icona della Madre di Dio "Gioia di tutti coloro che soffrono". Che nome meraviglioso! Il dolore, come la gioia, fa parte della vita umana. Quindi lasciate che per intercessione della Madre di Dio, la potenza di Dio trasformi i nostri dolori in gioia. Il Signore aiuti tutti voi», - ha detto in conclusione Sua Santità il Patriarca.




<< Torna Indietro

Fortezza di Brest (Bielorussia). Particolare del complesso memoriale.
Fortezza di Brest - Commemorazione dei soldati eroi della Patria
Incontro tra Kirill e Lukashenko
Cattedrale dello Spirito Santo a Minsk
Il Patriarca libera le colombe in cielo
Fortezza di Brest - Servizio di preghiera nella storica Chiesa di San Nicola
Cerimonia alla Fortezza di Brest
Agosto '17