17/11/2020
Russia - Putin sul Nagorno-Karabakh


Mosca, 17 novembre 2020 - Il presidente russo Vladimir Putin è tornato a parlare del conflitto nel Nagorno Karabakh, intervistato dalla tv russa Rossiya 24. Putin ha rilevato che un accordo di pace era già stato raggiunto a parole il 19-20 ottobre scorso, dopo una serie di consultazioni telefoniche con i Capi di Stato di Armenia ed Azerbaigian.
«Il 19-20 ottobre ho avuto una serie di conversazioni telefoniche sia con il presidente Aliyev che con il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan. Sono riuscito a convincere il presidente Aliyev che era possibile fermare le ostilità, ma da parte sua è stata posta come condizione fondamentale il ritorno dei profughi, anche nella città di Shusha», ha detto Putin in onda sul canale Russia 24.
La leadership armena ha giudicato questa condizione inaccettabile.
«Pashinyan mi ha detto direttamente che vede questo come una minaccia per gli interessi dell'Armenia e del Karabakh», ha aggiunto il Presidente russo.

Il conflitto poteva essere evitato

Il Presidente russo Vladimir Putin ritiene che la guerra nel Karabakh poteva essere evitata se le proposte per risolvere la situazione, sviluppate nel 2013, fossero state adottate.
«Nel 2013, nel quadro del gruppo di Minsk dell’Osce, la Russia ha formulato condizioni che tutti i membri del gruppo di Minsk, compresi i copresidenti Russia, Francia e Stati Uniti, hanno concordato e sostenuto», - ha detto Putin a Russia 24.
Il Presidente russo ha ricordato le disposizioni alla base delle proposte: la restituzione all'Azerbaigian prima di cinque regioni controllate dall'Armenia, e poi di altre due regioni, la creazione di un corridoio di collegamento tra Karabakh e Armenia, il riconoscimento dello status quo dello stesso Karabakh, senza fissarne lo status definitivo, il ritorno dei profughi da entrambe le parti.
Lo status del Nagorno Karabakh
Al momento attuale, ad una settimana dall'entrata in vigore dell'accordo di pace, lo status del Nagorno Karabakh rimane indefinito, tuttavia il Presidente russo sottolinea l'importanza dell'accordo raggiunto e finora rispettato sul cessate il fuoco: «Lo spargimento di sangue è stato fermato. Più di quattromila persone sono morte solo secondo i dati ufficiali, ma credo anche di più. Questo non è un film, questa è una tragedia che accade nella vita di persone in carne ed ossa, di famiglie» - ha detto Putin.

Il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh

I leader di Russia, Armenia e Azerbaigian hanno adottato una dichiarazione congiunta sul cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. Secondo quanto affermato dal presidente russo Vladimir Putin, da martedì 10 novembre è iniziato un cessate il fuoco totale nel Nagorno-Karabakh, l'Azerbaigian e l'Armenia hanno promesso di arrestarsi sulle posizioni occupate a partire dall'inizio del conflitto lo scorso 27 settembre e hanno acconsentito ad uno scambio di prigionieri di guerra.
È stato inoltre stabilito che nel Karabakh sarà schierato un contingente delle forze di pace della Federazione Russa costituito da 1.960 militari, 90 veicoli corazzati da trasporto e 380 unità di equipaggiamento militare.
Il premier armeno Nikol Pashinyan ha osservato nella sua dichiarazione su Facebook che questo accordo è stata una decisione estremamente difficile per lui. A sua volta il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev ha definito la firma del documento come una resa dell'Armenia.

(Fonte: it.sputniknews.com)


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Il presidente russo Vladimir Putin. © Sputnik. Aleksey Nikol'skiy.
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