ELEOUSA magazine
Agosto '17

L'uniatismo è una ferita sul corpo del cristianesimo. Intervista al metropolita Hilarion di Volokolamsk


Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato un'intervista all'agenzia di stampa russa Interfax sugli ultimi sviluppi dei rapporti interecclesiali con i luterani e i cattolici. Il dialogo ortodosso-cattolico si realizza a vari livelli: a livello pan-ortodosso nel quadro della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, e a livello di Chiesa locale, dove il Patriarcato di Mosca è impegnato in dialoghi bilaterali con le Conferenze episcopali di alcuni Paesi. Il dialogo teologico è in corso già da 33 anni, e le sue realizzazioni sono evidenti, così come è evidente l’esistenza di alcune differenze tra le due dottrine. Oggi, la più importante, ma non l’unica, questione che divide i cattolici e gli ortodossi riguarda il problema del primato nella Chiesa universale. La differenza nella sua comprensione ha costituito, un tempo, uno dei motivi che hanno portato alla divisione tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. In Oriente, il Papa era riconosciuto come il successore di san Pietro, e la Sede di Roma occupava il primo posto tra le cattedre patriarcali, in conformità con le decisioni dei Concili Ecumenici. Tuttavia, la Chiesa orientale, allo stesso tempo, vedeva il vescovo di Roma come un «primo fra pari» (primus inter pares) e non gli ha mai attribuito poteri superiori a quelli dei primati delle altre Chiese.
Oltre alle differenze teologiche, vi sono i cosiddetti «fattori non teologici di divisione». Si tratta sia della memoria storica delle controversie e dei conflitti del passato, che di una grande quantità di pregiudizi reciproci e anche di alcuni problemi che sono insorti nel periodo moderno della storia, come la situazione in Ucraina. Non è un segreto il fatto che l’uniatismo era e resta un progetto speciale della Chiesa cattolica romana, avente lo scopo di convertire gli ortodossi al cattolicesimo. Con l’aiuto delle autorità secolari, gli uniati hanno agito per secoli contro la Chiesa ortodossa, conquistando chiese e monasteri degli ortodossi, convertendo la gente comune al cattolicesimo e opprimendo il clero ortodosso in tutti i modi possibili. Questo è stato il caso del Principato polacco-lituano dopo l’Unione di Brest del 1596, e questo è stato il caso dell’Ucraina occidentale tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del XX secolo. Nel confronto civico oggi in corso in Ucraina, i greco-cattolici hanno stabilito una cooperazione attiva con i gruppi ortodossi scismatici. Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, insieme al capo del cosiddetto Patriarcato di Kiev, si sono rivolti più volte al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, chiedendo alle autorità americane di interferire nella situazione e di riportare l’ordine in Ucraina. I greco-cattolici hanno lanciato una crociata contro l’Ortodossia e in Vaticano spesso ripetono che non possono influenzare le azioni dei greco-cattolici, a causa della loro autonomia.


Recentemente l’arcivescovo luterano di Turku Kari Mäkinen ha dichiarato che la Chiesa ortodossa russa ha sospeso il dialogo con la Chiesa evangelico-luterana di Finlandia, da lui diretta, a causa di disaccordi sulla situazione delle minoranze sessuali e di genere. Può commen-
tare questa affermazione?

Il dialogo della Chiesa ortodossa russa con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia è iniziato nel 1970. Durante questo periodo, sono state discusse molte questioni teologiche, sono stati adottati diversi documenti comuni che riportano i punti di vista delle due Chiese su varie questioni teologiche e sociali. Tema della sessione di dialogo prevista dovevano essere questioni di antropologia cristiana, cioè la dottrina riguardante l’uomo e il suo rapporto con Dio e il mondo.
Negli ultimi anni, le Chiese protestanti in Occidente si trovano ad affrontare una grave crisi dovuta alla revisione, da parte di diverse comunità, dell’insegnamento teologico e morale. L’influenza del secolarismo liberale nella vita della Chiesa ha portato al fatto che alcune comunità protestanti in Occidente hanno deciso di istituire il sacerdozio e l’episcopato femminile. Ciò ha notevolmente complicato la gestione del dialogo teologico con loro, che aveva lo scopo di una convergenza, e non della divisione tra le Chiese ortodosse e le comunità protestanti. Il passo successivo è stata la decisione, da parte di un certo numero di comunità protestanti, di benedire le unioni di persone dello stesso sesso, cosa che per noi ha reso impossibile la prosecuzione del dialogo.
Tale pratica è in diretta contraddizione con la morale cristiana, con le norme morali che sono alla base dell’insegnamento del Vangelo. L’abbandono delle norme etiche fondamentali rende incerto il confine tra peccato e virtù, priva la persona degli orientamenti morali e la rende impotente di fronte alle proprie passioni.
Nella Chiesa evangelica luterana di Finlandia negli ultimi anni si è intensificato il dibattito su queste questioni. La discussione di questi temi nell’ambito del dialogo teologico con la Chiesa ortodossa russa avrebbe potuto dare un contributo allo sviluppo di argomenti pertinenti. Purtroppo, i partner finlandesi non erano pronti a discutere di tali argomenti nel linguaggio della teologia, né in termini di praticità, a partire dalla tradizione comune della Chiesa
e dalla dottrina cristiana della moralità.
Come ha fatto notare il Patriarca di Mosca e tutta le Rus’ Kirill in occasione dell’incontro con l’arcivescovo Kari Mäkinen, che ha avuto luogo il 2 settembre di quest’anno a Mosca, oggi ognuna delle Chiese si trova ad affrontare una scelta morale grave - se rimanere fedeli a Cristo, oppure eludere la sua vocazione storica, che è quella di condurre gli uomini alla salvezza. La risposta a questa scelta dovrà essere data davanti alle generazioni future e a Dio.
Un dialogo teologico su larga scala con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia, come è stato nei decenni precedenti, ora sembra impossibile. Tuttavia, la Chiesa ortodossa russa spera di mantenere e sviluppare le relazioni con questa Chiesa relativamente al servizio sociale, al mantenimento della pace e in altri campi.

Il 16 settembre nella capitale giordana di Amman inizierà i suoi lavori la XIII sessione plenaria della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica romana. Qual è lo scopo della commissione? Quali domande saranno prese in considerazione alla sessione plenaria della Commissione mista all’inizio dei suoi lavori ad Amman?

La Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica romana è stata fondata nel 1979 come una piattaforma per la discussione di questioni teologiche rilevanti per le due Chiese. La Commissione, che è composta da un numero uguale di rappresentanti delle Chiese ortodosse e della Chiesa cattolica romana, ha iniziato la sua attività nel 1980.
Durante i suoi oltre 30 anni di lavoro, la Commissione mista ha adottato una serie di documenti congiunti: «Il Mistero della Chiesa e dell’Eucaristia alla luce del mistero della Santa Trinità», «La fede, i sacramenti e l’unità della Chiesa», «Il sacramento del sacerdozio nella misteriosa struttura della Chiesa»,
che hanno rivelato numerosi punti in comune nell’insegnamento delle due Chiese sui sacramenti. Di particolare importanza è il documento firmato nel 1993 a Balamand, «L’uniatismo come un metodo di unità del passato e la ricerca della piena unità nel presente», in cui i cattolici per la prima volta formalmente hanno convenuto che l’Unione, vale a dire la politica di Roma per sottomettere le Chiese orientali, non solo non ha contribuito al ravvicinamento tra ortodossi e cattolici, ma, al contrario, li allontana ulteriormente gli uni dagli altri. Il documento condanna fermamente qualsiasi forma di proselitismo nei confronti degli ortodossi da parte dei cattolici.
Purtroppo questo documento, pur buono da un punto di vista teorico, non ha potuto risolvere i problemi nel rapporto tra ortodossi e greco-cattolici, sorti in conseguenza della rinascita delle strutture della Chiesa uniata in Ucraina occidentale, in Romania e in altri Paesi, tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. L’aggravamento dei rapporti tra ortodossi e cattolici, avvenuto proprio in quel periodo, ha interrotto a lungo il lavoro della Commissione mista, che è stato ripreso solo nel 2006.
Attualmente, la Commissione si occupa di discutere la dottrina del primato e della sinodalità della Chiesa, in cui tra cattolici e ortodossi ci sono molte differenze. Nella Chiesa cattolica e in quella ortodossa lungo i secoli si sono formati modelli ecclesiologici distinti: uno centralizzato e basato sul riconoscimento della giurisdizione universale del Papa, e l’altro basato sull’idea di una comunione conciliare tra Chiese autocefale locali. La Commissione deve individuare le differenze tra i due modelli e mostrare quanto essi abbiano in comune.
In fase di preparazione della riunione, la Chiesa ortodossa russa ha elaborato una posizione ufficiale sulla questione del primato nella Chiesa universale. Un documento in merito è stato adottato durante la riunione del Santo Sinodo del 25 dicembre 2013. Esso esprime il tradizionale punto di vista ortodosso su questo tema, che si basa su ampie fonti patristiche.
A nostro parere, il risultato di questa riunione della Commissione mista dovrebbe essere non l’adozione di un documento di compromesso, ma piuttosto l’onesta e teologicamente corretta identificazione delle differenze tra la dottrina del primato e della sinodalità nelle due tradizioni, ortodossa e cattolica, e la ricerca delle cose comuni che possono essere la base per un ulteriore dialogo in futuro.
Inoltre, penso sia importante che la Commissione riconsideri il tema dell’uniatismo, la cui discussione è rimasta incompiuta nel 2000, a causa delle forti divergenze tra le parti circa le conseguenze pastorali e canoniche dell’Unione. Dal momento che l’uniatismo resta una ferita sanguinante sul corpo del cristianesimo universale, come ci mostrano gli ultimi avvenimenti in Ucraina e le forti ed estremamente politicizzate dichiarazioni dei leader greco-cattolici, su questo argomento occorre ritornare.
Infine, incontrandoci in Medio Oriente, in un Paese che confina, tra l’altro, con l’Iraq e la Siria, non si potrà non parlare della terribile situazione in cui oggi versano i cristiani del Medio Oriente. In Iraq è in corso un genocidio della popolazione cristiana, che per la maggior parte è stata costretta
a fuggire dal Paese dopo il rovesciamento del regime di Saddam Hussein, mentre quanti sono rimasti sono perseguitati dagli islamisti radicali. In Siria, i cristiani patiscono la più grave persecuzione nei territori occupati dai militanti. Fino ad ora, non si sa niente del destino del metropolita di Aleppo Paul, rapito un anno e mezzo fa, che era membro della Commissione mista per il dialogo ortodosso-cattolico, e del metropolita Mar Gregorios Ibrahim, che era nella stessa auto con lui al momento del rapimento.
Mentre noi discuteremo le nostre differenze teologiche, migliaia di cristiani - ortodossi, cattolici, protestanti - spargono il loro sangue per la fede in Cristo. Un’assemblea così rappresentativa come la Commissione mista, riunita ad Amman, non può tenersi in disparte dalle loro sofferenze e deve alzare
la sua voce autorevole in loro difesa.



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Metropolita Hilarion di Volokolamsk.
Croce pettorale. Tobolsk (Russia, 1762)
Agosto '17


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