ELEOUSA magazine
Agosto '17

Alaska, l'America russa... e dei santi ortodossi


Le prime esplorazioni russe nel territorio americano ebbero luogo dopo il 1721, anno in cui Bering, per conto dell’Impero russo, scoprì il cosiddetto passaggio a nord-est, nonché lo stretto omonimo, spingendosi fino al monte Sant’Elia.
Questa scoperta aprì la strada a successive spedizioni. Nel 1732 Ivan Fedorov fu il primo ad esplorare l’Alaska settentrionale; un simile primato spetta anche al già citato Bering, in compagnia dell’esploratore Aleksei Chirikov, i primi nel1741 ad avventurarsi nelle Isole Aleutine, nell’Alaska meridionale, e lungo le coste del Nord America.
Occorsero tuttavia circa cinquant’anni per la fondazione della prima colonia in Alaska ad opera di Grigorij Šelichov nel 1741.
Seguì nel 1799 la fondazione della Compagnia Russo-Americana, società che favorì l’immigrazione di coloni nei nuovi territori; creata da Nikolaj Rezanov, aveva per fine sociale sfruttare economicamente un’importante risorsa di queste terre, le lontre, la cui pelliccia era molto richiesta sul mercato.
In seguito, esploratori e coloni russi proseguirono nella creazione di avamposti commerciali in Alaska, nelle isole Aleutine, nella Columbia Britannica, nello stato di Washington, nell’Oregon ed ancora più a Sud, con la fondazione di Fort Ross nella California settentrionale. Quest’ultimo insediamento si trovava a circa cinquanta miglia da San Francisco e creò forti contrasti con l’Impero spagnolo, che controllava la California: fondato nel 1812, venne infatti abbandonato per queste ragioni già nel 1841.
Nel 1818 un imprenditore russo, Georg Anton Schäffer, occupò Kauai nelle Hawaii
e tentò di negoziare un trattato di protezione con il Governatore indigeno dell’isola di
Kaumualii, alle dipendenze del re Kameha-
meha I, allora sovrano delle Hawaii; lo zar
Alessandro I rifiutò di firmare questo trattato.
La popolazione delle colonie russe raggiunse la quota di quarantamila persone; la maggior dei coloni era Aleutini e questi territori non furono mai veramente redditizi, in larga parte a causa degli elevati costi di trasporto dalla Russia alle Americhe.
La Russia decise di vendere i propri territori in America, a fronte di una specifica richiesta statunitense in tal senso, proprio perché non redditizi.
La richiesta di vendita dell’Alaska e delle Aleutine fu avanzata per tramite di William Seward, Segretario di Stato degli Stati Uniti, e fu accolta dall’Impero russo. Il contratto di vendita fu quindi firmato il 9 aprile 1867 per un prezzo di 7.200.000 dollari.
Anche ai giorni nostri, ma anche durante l’epoca dell’Unione Sovietica, sono circolate voci che in realtà l’Alaska non era stata venduta agli Stati Uniti ma soltanto affittata per un periodo variabile fra i 99 e i 150 anni e, una volta scaduto il periodo di concessione, restituita ai legittimi proprietari, ovvero alla Russia. L’origine di queste voci è spiegabile in parte col fatto che dopo la Rivoluzione d’Ottobre tutti i trattati internazionali, stipulati segretamente dagli zar, vennero ufficialmente dichiarati non validi dal nuovo governo post-rivoluzionario.
La presenza storica dei russi nella California è provata da un ritrovamento archeologico avvenuto nel 1920 in un boschetto di aranci vicino alla Missione San Fernando Rey de España. In quell’anno venne dissotterrata una campana, del peso di circa 100 libbre, che riportava la seguente iscrizione in lingua russa: “Nell’anno 1796, nel mese di gennaio, questa campana venne fusa nell’isola Kodiak con la benedizione dell’archimandrita Josif, durante la permanenza di Aleksandr Baranov”.
Non si sa come questa campana ortodossa russa da Kodiak sia arrivata fino ad una missione spagnola nella California meridionale, sebbene il suo ritrovamento confermi l’esistenza di un’antica emigrazione russa sulle coste del Pacifico e di un commistione culturale con le due culture già presenti in questa zona, ovvero quella spagnola e quella dei Nativi Americani.
La Chiesa ortodossa russa può far risalire la propria presenza nell’America settentrionale a queste prime missioni russe e all’opera dei santi Hermann, primo santo ortodosso dell’America, Jacob, Peter L’Aleuta, Juvenalij, Innokentij. Il loro culto è uno dei punti di forza della comunità ortodossa.
Una serie di monete commemorative fu emessa nell’Unione Sovietica negli anni 1990-1991 per celebrare il 250º anniversario della colonizzazione russa dell’America. Questa serie è costituita da una moneta d’argento, da una di platino e da quattro monete di palladio.
Nel 2011 il veliero russo “Pallade” è arrivato nel porto di Kodiak, sull’isola omonima dell’Alaska in occasione dei festeggiamenti dedicati al 50° anniversario del volo spaziale di Gagarin e al 270° anniversario della scoperta dell’America russa da parte dei marinai russi, proseguendo verso il Giappone.



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Icona dei santi ortodossi dell'Alaska
America russa, cartina del 1860
Agosto '17


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