ELEOUSA magazine
Agosto '17

La Croce è l'energia divina increata. La libertà di scegliere tra il bene e il male


La vita cristiana ha un carattere cristologico. È testimoniato sulla Croce di Cristo. Molte persone non sanno che la croce è la base della vita della Chiesa ortodossa. Se saremo in grado di cogliere questa grande verità, allo stesso tempo saremo in grado di comprendere il significato reale e profondo dell’Ortodossia.
Prima di tutto, la Croce nell'insegnamento patristico, oltre che essere il legno su cui Cristo ha completato la Sua vita terrena e ha trionfato sulle forze dell'oscurità, è allo stesso tempo l'energia divina increata, che ha salvato le persone prima della Legge, dopo la Legge, prima dell'Incarnazione di Cristo e dopo di essa.
San Gregorio Palamas in una sua omelia rivela questa fondamentale dottrina della Chiesa. Sottolinea che la Croce è «l'abolizione del peccato». Sottolinea anche la verità che la Croce di Cristo «fu misteriosamente predetta e rappresentata nell’antica discendenza e nessuno fu mai riconciliato con Dio se non per il potere della Croce». Cioè, la Croce di Cristo era misteriosamente rappresentata nell'Antico Testamento e, di fatto, come dice ancora Palamas nella sua omelia, l’hanno sperimentata tutti i Padri e i Profeti. Quindi, «la Croce era già prima che il Suo mistero fosse compiuto».
Certo, l'immagine della Croce sulla quale Cristo ha completato la sua vita terrena è degna di onore e di culto, perché è un'icona, l'immagine del Crocifisso. Ha la massima dignità, perché secondo san Gregorio Palamas, Cristo con la morte e la Sua sofferenza corporale, la sofferenza di quel corpo che ha preso dalla Beata Vergine, «per mezzo di Dio ha attirato il maligno e attraverso la Croce ha liberato dal potere del diavolo tutto il genere umano». Pertanto, la salvezza di tutta la razza umana avviene attraverso la Croce. Di conseguenza, la Croce è lo strumento in cui Cristo è morto e per mezzo del quale ha conquistato le forze delle tenebre. Ma, al tempo stesso essa è l'energia divina increata, che ha salvato e salva le persone prima della Legge e dopo la Legge, prima dell'Incarnazione e dopo l'Incarnazione di Cristo Signore.
Le δυνάμεις o energie, nelle quali Dio procede verso l'esterno, sono Dio stesso, ma non secondo la sua sostanza, sono forze naturali e inseparabili dall'essenza nelle quali Dio procede all'esterno, si manifesta, si comunica, si dà. Sono la manifestazione economica della Trinità nel mondo, in cui ogni energia proviene dal Padre, comunicandosi per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Non si tratta di una presenza operativa della causa nei suoi effetti: le energie non sono gli effetti della Causa divina, come le creature; esse non sono create, prodotte dal nulla, ma fluiscono eternamente dall'essenza una della Trinità. Sono il traboccare della natura divina che non può limitarsi, che è più della sua essenza. Indicano un modo d'esistenza della Trinità al di fuori della sua essenza inaccessibile.
San Massimo il Confessore esprime la stessa idea dicendo: «Dio può essere partecipato in ciò che Egli ci comunica, ma rimane non partecipato nella sua essenza incomunicabile». San Giovanni Damasceno, precisando il pensiero di san Gregorio il Teologo, spiega: «Tutto ciò che noi diciamo di Dio in termini positivi non proclama la sua natura, ma ciò che circonda la sua natura» e designa le energie divine con le immagini espressive di «movimento» o di «slancio di Dio» (In Theophania).
I sacramenti della Chiesa, che sono il centro della vita spirituale, sono raggiunti dall'azione, dall'energia della Croce. Quando entriamo nel fonte santo battesimale, siamo battezzati nella morte di Cristo, il che significa il nostro coinvolgimento nell'energia della Croce. Il sacerdote ci unirà con il mondo sacro, imprime su di noi il segno della Santa Croce.
Il sacramento della Divina Eucaristia è un'esperienza del mistero della Santa Croce e partecipazione ad essa. Durante la Divina Liturgia non ricordiamo i miracoli che Cristo ha compiuto durante la sua vita terrena, ma ricordiamo la Croce, la morte e la Sua Risurrezione. E quando il sacerdote invoca Dio Padre a mandare giù lo Spirito Santo affinché sia compiuta la trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, esegue il segno della Croce sui Santi Doni. La stessa cosa accade negli altri sacramenti e in tutte le ordinazioni della Chiesa.
Nella Chiesa ortodossa russa la fine del XX secolo è considerata il «secondo battesimo» della Russia, quando, grazie alla tradizione ortodossa, ha superato i decenni di vita senza Dio, che ha dovuto affrontare durante il suo percorso storico. Quando si è cercato di sradicare l’Ortodossia dalla storia, dalla tradizione, dalla cultura, dalla coscienza, dallo stile di vita del popolo. Quella stessa Ortodossia che ha dato alla Russia una storia millenaria.
«Ma anche oggi la Chiesa affronta compiti molto grandi legati alla predicazione del Vangelo, all'educazione dei bambini e dei giovani. Le grandi sfide sono nel campo del dialogo tra la Chiesa e la società, la Chiesa e la comunità scientifica, la Chiesa e l'intellighenzia, perché insieme dobbiamo fare di tutto per evitare gli errori del passato, che hanno portato tanti problemi nella vita del nostro popolo e del nostro Stato», - ha dichiarato il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill nel corso di una riunione del Consiglio supremo della Chiesa riferendosi alla celebrazione del 1030° anniversario del battesimo della Rus', che ricorre nel 2018.
«Lo sviluppo del popolo, del Paese, della cultura, della spiritualità, tutto ha come fonte questo grande evento storico», ha sottolineato il Primate della Chiesa ortodossa russa.
Secondo Sua Santità il Patriarca, «per le persone di fede, per le persone della Chiesa, questo evento è principalmente dovuto al fatto che
la Luce di Cristo è venuta nella nostra terra e il messaggio del Vangelo, toccando i cuori e le menti del nostro popolo, ha trasformato le anime dei nostri antenati e posto la più profonda tradizione spirituale, all'interno della quale si sono sviluppate la vita nazionale, la cultura, la formazione e successivamente la scienza».
Per cultura il Patriarca Kirill intende la manifestazione esteriore della religiosità, derivante dalla «coltivazione dello spirito», quale risultato dell'educazione terapeutica.
Tutta la Sacra Scrittura è piena dell'azione, dell'energia della Croce. «Fate dunque morire le vostra membra che son sulla terra» (Col 3,5). Sant’Isacco parla dell’innalzamento della croce e della contemplazione. Naturalmente, le parole azione e contemplazione nella tradizione ortodossa hanno un significato completamente diverso da quello che i cristiani occidentali danno ad esse. Questi ultimi, quando parlano di azione, comprendono il lavoro missionario, cioè tutte le aspirazioni dirette verso la «evangelizzazione» dei popoli, e quando parlano di contemplazione, si riferiscono agli argomenti e alle riflessioni su Dio e su tutte le questioni della dottrina cristiana. Ma nella tradizione ortodossa, quando si parla di azione, ci si riferisce al pentimento, mediante il quale il cuore umano è purificato. E quando parliamo di contemplazione ci riferiamo all'illuminazione della mente, che si esprime in una preghiera intelligente e nel vedere la gloria increata di Dio. Sia l’azione che la contemplazione sono esperienze della Croce, sono la fuga dell'uomo dal peccato. Pertanto, diciamo che tutta la vita cristiana è l’esperienza della Croce.
La teologia è un'espressione della vita di Croce, presuppone una sorta di uccisione dell’uomo vecchio. Nessuno può essere teologo se non sperimenta Dio e non può raggiungere la comunione e l'unità con Dio, se prima non è stato purificato. Pertanto, san Giovanni della Scala afferma che «il limite della purezza è la teologia». Sia la cosiddetta teologia apofatica che la teologia catafatica presuppongono la purificazione dell'uomo. Anche l'arte liturgica, che è un'espressione della tradizione della Chiesa, è una croce. L'iconografia ortodossa, l'architettura ortodossa, l'innografia e il canto ortodossi hanno la Croce come condizione e fondamento.La base di tutti i tipi di arte liturgica ha le tappe della perfezione spirituale, cioè la purificazione, l'illuminazione e la deificazione. Se guardiamo l'arte liturgica puramente dall'esterno, allora lavoreremo invano, e il desiderio di salvarci non ci aiuterà se non viviamo la nostra conformità all'«educazione terapeutica» della Chiesa ortodossa, al fine di essere sulla strada della purificazione, dell'illuminazione e della deificazione. Tutta questa vita, che è il pentimento, è chiamata la croce e il modo di viverla, la vita di Croce. Non si tratta semplicemente di un'adorazione puramente esteriore della Croce, ma di una misteriosa esperienza dell'energia increata.
L'intera atmosfera inerente alla Chiesa ortodossa è un modo di vivere la croce.
La storia della Chiesa ha chiaramente dimostrato che i cristiani dei primi secoli hanno sperimentato la Croce dell'azione e della contemplazione. Allo stesso modo, il mistero della Croce è stato vissuto anche durante i periodi di persecuzione. Ma quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dello Stato, fu osservato il periodo di indebolimento della vita di Croce. Tuttavia, questa epoca storica divenne il periodo del fiorire del monachesimo, nato come conseguenza della secolarizzazione della vita cristiana. Pertanto, i primi monaci, quando si sono incontrati con i cristiani provenienti dal mondo, chiesero loro se esisteva ancora uno stile di vita religioso, una vita conforme alla Croce, se i cristiani sperimentavano l’azione e la contemplazione della vita cristiana.
Sfortunatamente, oggi vediamo che molti non sperimentano la vita di Croce. Abbiamo un cristianesimo laico. Non solo non ci rivolgiamo più al Signore con la preghiera, ma abbiamo perso la nostra vita ascetica. La teologia, la vita liturgica, l'immagine della nostra vita non sono un'espressione del mistero della Croce, ma l'espressione di una vita anti-croce, che vuol dominare i sensi esterni, o la ragione, i diritti e i desideri. Da qui, poi, arrivano tutti i problemi.
Non c'è bisogno di elencare tutte le circostanze della vita moderna, perché sono ben note a tutti. Ma non a tutti è noto che cos’è la Croce, se non sperimentiamo il mistero della Croce, che cos’è l’Ortodossia e quale dovrebbe essere il nostro posto. Pertanto, non capiremo né la risurrezione dell'anima né la salvezza della persona. E come dicono i Santi Padri, colui che non sperimenta l'esperienza di Dio, non ha alcuna conoscenza della grazia divina increata, e lui è davvero un ateo. Gli atei non sono solo quelli che non credono in Dio, ma coloro che non hanno l'esperienza personale di Dio.
Il cristianesimo ortodosso è portare la croce, indossa i chiodi e li inchioda sulla croce. Pertanto, colui che è crocifisso ha la libertà.
La liberà di scegliere tra il bene e il male.





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Campanile di Ivan il Grande (1505-1508) nel Cremlino di Mosca
Croce
Agosto '17


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