ELEOUSA magazine
Agosto '17

E il vento soffia... editoriale di Fernanda Santobuono


C'è qualcosa di prezioso che la madre terra russa custodisce nel suo seno, nel «cuore della Terra», che nel lento fluire del tempo riaffiora dall'erosione delle coste artiche. È qualcosa che, conservato nel silenzio dei millenni nelle profondità della terra, ha preso forma nei lineamenti primordiali della civiltà umana, l'immagine della Madre di Dio.
E cosa c’è di più bello di questa immagine scolpita dalla mano dell’uomo nell’antico avorio di mammut, che la tundra artica russa custodisce nel permafrost, uno degli ecosistemi più sensibili al mondo, come testimonianza della forza creatrice di un mondo esistito fino a diecimila anni fa e che ancora oggi può svolgere una straordinaria attività di equilibrio degli ecosistemi e giocare un ruolo di importanza cruciale nella protezione della salute umana,
di quella fisica e spirituale, perché ogni persona possa gioire del dono della conoscenza?
Spesso la conoscenza non si limita all'osservazione di quello che vediamo o sentiamo, o di quello che comprendiamo con ragionamenti semplici, a volte richiede di superare le difficoltà di adattare il modo di percepire lo scorrere del tempo con la scala dell’evoluzione biologica, che si misura in centinaia di milioni di anni...
È un’immagine, quella scolpita nell'avorio di mammut nella città russa di Kholmogory, che ci riporta alla memoria l’antica Korsun’, l’odierna città di Sebastopoli, sulle coste sud-occidentali della Crimea, dove il gran principe Vladimir, il battista della Rus’, fu battezzato nella fede ortodossa più di mille anni fa, e dove l’antica icona di Efeso della Madre di Dio, che il santo principe portava con sé, prese il nome di Korsun’. L’immagine seguì la storia della Rus’ e il suo battesimo e arrivò dapprima a Kiev, poi a Nizhnij Novgorod e infine a Mosca, nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino, dove rimase fino al 1918, quando il tempio fu chiuso dai bolscevichi... 930 anni dopo il Battesimo della Rus'. Nel 2018 ricorre il 1030° anniversario di quella che viene definita una scelta di civiltà.
Trenta sono gli anni che trascorsero dal Battesimo della Rus' alla prima invasione polacca, quando nel 1018, a soli tre anni dalla morte del gran principe Vladimir († 1015), la Polonia, che allora usciva da un passato non esattamente ricostruibile e veniva alla luce della storia, entrò a Kiev e occupò parte del territorio della Rus' cercando inutilmente di sostituire il rito slavo con quello latino, al tempo delle missioni cristiane in Prussia, Boemia, Pomerania, Moravia, Slovacchia e Croazia.
Non c'è quindi da meravigliarsi se «oggi assistiamo ad un'escalation delle attività militari della Nato senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda nel cosiddetto fianco orientale dell'Alleanza, per esercitare pressioni politico-militari sulla Russia con lo scopo di contenerla. Tutto questo è accompagnato da una campagna propagandistica aggressiva per demonizzare la Russia», - ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov durante un seminario presso il Ministero degli Esteri della Mongolia. E non poteva esserci luogo migliore per fare simili considerazioni, visto che la Rus' è stata sotto il giogo mongolo dell'Orda d'Oro nel XIII-XV secolo. E quando nel 1613 i polacchi occuparono il Cremlino di Mosca, saccheggiarono anche il Podvorije di Krutitsij, che il principe Daniele di Mosca, figlio di sant'Alexander Nevskij, aveva fatto costruire per i vescovi della diocesi ortodossa di Saraj, creata nella capitale dell'Orda d'Oro per i fedeli di quel territorio.
Ma il tempo passa e proprio in questi ultimi trent'anni la Chiesa ortodossa russa sta rivivendo il «secondo periodo del Battesimo della Rus'» con la costruzione di oltre 25mila chiese, la rinascita della vita monastica in quasi 860 monasteri, l'apertura di oltre 50 scuole teologiche e la ripresa della vita ecclesiale.
La città di Kholmogory si trova nella regione di Arcangelo, sulle sponde del fiume Dvina settentrionale, tributario del Mar Bianco, nei pressi dell'isola Kurostrov, nota come il luogo di nascita dello scienziato, naturalista e poeta russo Mikhail Lomonosov, che per primo sostenne la teoria che petrolio e metano sono prodotti della trasformazione di materiale biologico in decomposizione in molecole di idrocarburi, teoria poi confermata nel 1877 da Mendeleev.
Qui, sin dal XVII secolo si lavora il prezioso avorio preistorico, estratto dalle zanne di mammut. E la piccola immagine della Madre di Dio ci ricorda che l’essenza della vita è la naturale, inseparata realtà, senza tempo, senza spazio, senza confini. Senza difetti e senza macchie. Senza guerre. Come dovrebbero essere veramente le Nazioni Unite, che ora sono sulla via delle riforme. E ciò che appare è il miracolo della creazione, la sua natura incontaminata, che è l’icona-riflesso del mondo spirituale, il suo simbolo, che porta in sé l’impronta del Dio creatore. Quella stessa natura che, perforando barriere di ghiaccio e di tempo, è giunta intatta fino al nostro stupore per rivelare la cultura nascosta che è dentro di essa. Perché la cultura non è erudizione, astrattismo, ma «cultus», ovvero espressione integrale di una vita di fede, che consente la comprensione del mondo presente e di quello passato, esistito due, tre, quattro... diecimila anni fa, da cui si sono sviluppate le lingue, le culture, la vita della società e tutte le sue attività, dalla politica... ai modelli di integrazione tra Stati. Come la Comunità degli Stati indipendenti, l'Unione economica eurasiatica, l'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione e l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, o le forme associative come il Brics, l'Asean, l'Apec... E, perché no, come il ritorno della Crimea nella madre terra russa e la costruzione del ponte sullo stretto di Kerch, che hanno ristabilito la verità storica... o un'Europa unita da Lisbona a Vladivostok e una Siria libera dal terrorismo e forte dell'integrità politica, dove l'intervento della Russia ha reso più sicura la vita di questo Paese e quella di tutte le religioni ivi esistenti, dimostrando che non è affatto una «potenza regionale», come sostenuto dagli Usa... E, infine, come l'indipendenza della Repubblica del Nagorno-Karabakh e delle due Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk... o il processo di integrazione dell'Ossezia del Sud e della Transnistria e la sovranità dell'Abkhazia.
Perché la cultura, e non la guerra, è il comune denominatore che rafforza la stabilità e la sicurezza di ogni regione o parte del mondo.
A Kerch, l'antico insediamento greco Panticapeum sul Monte Mitridate, dedicato al re del Ponto Mitridate VI, che lottò contro l'espansionismo romano in Oriente, si trova l'Obelisco della Gloria, il primo monumento in onore degli eroi immortali della Grande Guerra Patriottica costruito sul territorio dell'ex Unione Sovietica, che hanno combattuto per la liberazione della Crimea. È situato al termine di una lunga e artistica scalinata di 436 gradini che attraversa le rovine dell'antica capitale del Bosforo.
I mammut vissero fino al tardo Pleistocene, circa quattromila anni fa. La loro presenza è coincisa con la comparsa dell'Homo sapiens, che nello sviluppo della conoscenza si pose la domanda di esplorare l'Universo con tutti i mezzi possibili, percependo la necessità di superare i confini della Terra e quelli del Cielo... e al contempo guardare nella profondità dell'anima.
Nel congratularsi con i cosmonauti presenti nella Stazione spaziale internazionale e nel nuovo cosmodromo di Vostochny in occasione della Giornata della Cosmonautica, il 12 aprile, in memoria del primo volo umano nello spazio di Yurij Gagarin 55 anni fa, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha detto in particolare: «Nonostante tutte le difficoltà che dobbiamo affrontare sulla Terra, le persone nello spazio lavorano spalla a spalla, mano nella mano, si aiutano a vicenda, svolgono compiti essenziali, che riguardano non solo i nostri Paesi, ma tutta l'umanità. E questa è un’area molto importante della nostra cooperazione...».
E proprio grazie alla scienza, alleata della cultura, sarà possibile in un prossimo futuro, forse già nel 2018, ricreare nuovi esemplari di mammut iniettando parte del loro DNA, rinvenuto in pachidermi quasi totalmente conservati nel permafrost, in cellule esistenti di elefante asiatico, per poi reinserirli nella fredda tundra siberiana. I «redivivi pachidermi» costituiscono pietre fondamentali per la ripopolazione della tundra nord asiatica, e quindi per la salvaguardia del clima mondiale, e al contempo preservano la «memoria» del nostro Pianeta in un «lungo presente». Perché nulla della storia sia cancellato, alterato, o mistificato.
In questa «memoria» c'è scritto che l'Homo sapiens comparve in Africa orientale e da questa terra popolò l'intero Pianeta quando la razza umana rischiò di scomparire a causa di una violenta eruzione vulcanica nel sud del mondo. I rifugiati che oggi abbandonano queste terre ancestrali per guerre, accaparramenti, sono nell'ordine di milioni... Tutto questo avviene «in nome dello sviluppo». E allora il vento soffia.



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Fernanda Santobuono
Icona della Madre di Dio di Korsun' in avorio di mammut
Kerch - Obelisco della Vittoria
Agosto '17


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